mercoledì, Novembre 12, 2025
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Nexperia: l’allarme dei costruttori europei di automobili sulla possibile carenza di chip

Nexperia e la carenza di chip

L’Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA) è profondamente preoccupata per la potenziale interruzione della produzione di veicoli in Europa qualora l’interruzione delle forniture di chip Nexperia non venisse risolta immediatamente.

Il 10 ottobre le case automobilistiche e i loro fornitori hanno ricevuto da Nexperia una comunicazione che descriveva una sequenza di eventi tale da impedire di garantire la consegna dei propri chip alla filiera automobilistica. Nexperia, pur non essendo tra i primissimi fornitori di chip automobilistici, è un importante fornitore di semiconduttori ad alto volume, spesso utilizzati, ad esempio, nelle centraline elettroniche dei sistemi elettrici dei veicoli.

Senza questi chip, i fornitori automobilistici europei non possono produrre le parti e i componenti necessari per rifornire le case automobilistiche, con il rischio di interruzioni della produzione. Sebbene l’industria si rifornisca già degli stessi tipi di chip da operatori alternativi sul mercato, l’omologazione di nuovi fornitori per componenti specifici e l’avvio della produzione richiederebbero diversi mesi, mentre si prevede che le attuali scorte di chip Nexperia durino solo poche settimane.

Le preoccupazioni dell’ACEA

Negli ultimi anni, le case automobilistiche hanno adottato misure per diversificare le catene di approvvigionamento, ma il rischio non può essere ridotto a zero. Si tratta di un problema intersettoriale che riguarda un gran numero di fornitori e praticamente tutti i nostri membri”, ha affermato il direttore generale dell’ACEA, Sigrid de Vries. “Ci troviamo improvvisamente in questa situazione allarmante. Abbiamo davvero bisogno di soluzioni rapide e pragmatiche da parte di tutti i paesi coinvolti”.



La vicenda Nexperia

L’azienda olandese è finita sotto i riflettori quando, pochi giorni fa, il governo dell’Aia è intervenuto direttamente nella governance di Nexperia – produttore di semiconduttori con quartier generale a Nimega, controllato dal gruppo cinese Wingtech – invocando poteri straordinari per motivi di sicurezza economica e tecnologica. Il governo si è attribuito la facoltà di bloccare o annullare decisioni societarie ritenute dannose per l’interesse nazionale o europeo, senza peraltro interrompere la produzione.
Un tribunale ha inoltre sospeso alcune esponenti cinesi dal board e disposto la nomina di un amministratore indipendente con voto decisivo. In seguito al provvedimento, il CFO di Nexperia, Stefan Tilger, è stato nominato amministratore delegato ad interim, mentre l’imprenditore olandese Guido Dierick è stato nominato amministratore non esecutivo.

Questo è stato l’ultimo atto di un contenzioso iniziato molto prima e che, giorno dopo giorno, si sta arricchendo di particolari inquietanti, come quelli riguardanti l’amministratore delegato di Nexperia e principale azionista di Wingtech, Zhang Xuezheng. Secondo le ultime ricostruzioni, Zhang Xuezheng avrebbe violato numerose volte le regole che riguardano le società quotate.

Una carriera opaca

Nel 2024 Zhang Xuezheng ha ricevuto una multa per un totale di 8 milioni di renminbi (970.000 euro) dall’autorità di regolamentazione cinese CSRC per aver nascosto per anni transazioni di trading sulla borsa di Shanghai e per aver collaborato segretamente con altri due azionisti nel controllo della società. Negli ultimi anni contro di lui si sono accumulati avvertimenti e “condanne pubbliche“. Nel 2005 è stato condannato a 17 mesi di reclusione per aver rubato segreti commerciali al suo ex datore di lavoro, ZTE. Ha anche dovuto pagare una multa di 50.000 renminbi.
Zhang Xuezheng avrebbe inoltre dovuto presentare un’offerta pubblica per la società da lui controllata nel 2017, poiché a quel tempo deteneva oltre il 30% delle azioni.



Secondo queste ricostruzioni, emerge che i membri del consiglio di amministrazione di Nexperia non erano pienamente a conoscenza della storia del loro proprietario cinese. Il tipo di condotta per cui Zhang Xuezheng è stato punito a Shanghai sarebbe considerato un peccato capitale nelle borse di Amsterdam o di Wall Street: un azionista di maggioranza che agisse in questo modo perderebbe sicuramente la fiducia dei mercati finanziari e quasi certamente sarebbe perseguito anche penalmente.

L’Olanda al centro dello scontro tra Stati Uniti e Cina

Sulla base di queste ricostruzioni, l’estromissione dell’amministratore di Nexperia appare pienamente giustificata, anche se in pochi credono che la vicenda possa essere ricondotta a una questione di natura personale, ritenendo invece che quanto sta succedendo vada inquadrato nell’ambito della guerra commerciale in atto tra Stati Uniti e Cina, con il settore dei semiconduttori che rappresenta uno dei campi di battaglia cruciali.
Da questo punto di vista, l’Olanda si trova al centro di questa contesa per il fatto che il Paese è sede di ASML, l’unica azienda al mondo che, con i suoi impianti, è in grado di abilitare la produzione di semiconduttori avanzati, al di sotto dei 7 nm.
Il divieto imposto dagli Stati Uniti – la cui tecnologia è parte fondamentale delle macchine di ASML – di esportare in Cina qualsiasi sistema EUV, nonché alcuni prodotti DUV, impedisce all’industria cinese dei semiconduttori di competere con l’Occidente nel campo dei chip più avanzati, creando tensioni geopolitiche e impedendo alla Cina di raggiungere anche in questo campo quell’autosufficienza strategica che è l’obiettivo del suo presidente, Xi Jinping, fin dal suo insediamento nel 2013.



Uno scontro sempre più aspro

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina si è fatta particolarmente aspra dopo l’introduzione, da parte di Pechino il 9 ottobre, di norme molto più severe sull’esportazione di terre rare.
Secondo tali misure, le entità straniere devono ora ottenere una licenza per esportare prodotti contenenti terre rare quando il contenuto supera lo 0,1% del valore della merce. Serviranno autorizzazioni anche qualora vengano utilizzate tecnologie cinesi per estrazione, raffinazione o riciclo dei magneti.
Per la prima volta, poi, le norme fanno riferimento diretto anche ai semiconduttori: è prevista un’approvazione “caso per caso” per le esportazioni di terre rare destinate alla progettazione e alla produzione di semiconduttori avanzati, tra cui chip logici con nodi di processo uguali o inferiori a 14 nanometri e chip di memoria con 256 o più strati, nonché apparecchiature e materiali correlati per questi semiconduttori.
Per ritorsione, il presidente Trump ha dichiarato di voler imporre un’ulteriore tariffa del 100% sulle importazioni dalla Cina, insieme a controlli sulle esportazioni di software prodotti negli Stati Uniti.
In realtà, a quest’ultima serie di provvedimenti aveva dato il via il 29 settembre 2025 il Bureau of Industry and Security (BIS) degli Stati Uniti, che aveva emanato una norma che estendeva le restrizioni del controllo delle esportazioni statunitensi alle entità possedute almeno al 50% da una o più società presenti nella US Entity List.



La dipendenza dalla Cina

Questo è il contesto in cui è maturata la vicenda Nexperia, che ha visto l’intervento del governo olandese il 30 settembre e la successiva decisione del tribunale commerciale dell’Aia il 7 ottobre.
Sebbene Nexperia non sia menzionata esplicitamente nel provvedimento del BIS americano del 29 settembre, la società è chiaramente coinvolta in quanto controllata al 100% da Wingtech.
La reazione del governo cinese alla decisione olandese non si è fatta attendere.
Il 4 ottobre 2025 il Ministero del Commercio cinese ha emesso un avviso di controllo delle esportazioni che vieta a Nexperia China e ai suoi subappaltatori di esportare specifici componenti finiti e sottoassiemi fabbricati in Cina. Questa decisione potrebbe incidere pesantemente sull’attività di Nexperia, in quanto la società (come del resto molti altri produttori europei e americani) si affida per il test e il packaging di molti prodotti a fabbriche con sede in Cina. Pur gestendo altri siti di produzione e confezionamento in Germania, nelle Filippine, in Malesia e nel Regno Unito, sono le fabbriche cinesi a garantire il grosso delle operazioni di Test e Packaging: secondo fonti attendibili, oltre il 70% dei chip di Nexperia viene rispedito in Cina per essere confezionato a Dongguan, un polo produttivo nella provincia meridionale cinese del Guangdong.
La mossa di Pechino si configura chiaramente come una contromisura diretta alle azioni del governo olandese, riflettendo un crescente modello di ritorsione geopolitica nella filiera globale dei semiconduttori.

Verso un nuovo European Chips Act

Il caso Nexperia sottolinea il crescente disaccoppiamento tra Cina ed economie occidentali, un cambiamento che potrebbe rimodellare la produzione globale di chip e le dinamiche di fornitura per gli anni a venire.
Nell’immediato, restano le preoccupazioni dell’industria automobilistica europea – e non solo – per un’eventuale carenza di chip, dopo quella vissuta durante il periodo del Covid.
Da allora, la politica europea e l’industria dei semiconduttori hanno tentato di rafforzare la resilienza e l’autonomia della filiera produttiva con provvedimenti come l’European Chips Act, la cui efficacia, però, è stata messa in discussione da molti; e la vicenda Nexperia sembra avvalorare queste critiche.
Attualmente è in corso una consultazione pubblica promossa dalla Commissione europea per raccogliere osservazioni e proposte dagli operatori del settore, che dovrebbe portare a una revisione dell’attuale normativa.
Alla luce della vicenda Nexperia, questa revisione appare ancora più urgente, con la sovranità tecnologica e il rafforzamento delle catene di approvvigionamento che dovrebbero essere prioritarie nell’azione politica europea.