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La guerra dei chip si sposta in Europa: il governo olandese commissaria Nexperia

Il governo olandese ha preso il controllo di Nexperia, azienda produttrice di chip di proprietà cinese con sede nei Paesi Bassi.

L’Aja è intervenuta direttamente nella governance di Nexperia – il produttore di semiconduttori con quartier generale a Nijmegen, controllato dal gruppo cinese Wingtech – invocando poteri straordinari per motivi di sicurezza economica e tecnologica. L’annuncio è arrivato nella tarda serata di domenica 12 ottobre 2025: il governo ha attribuito a sé la facoltà di bloccare o annullare decisioni societarie ritenute dannose per l’interesse nazionale o europeo, senza interrompere la produzione. Un tribunale ha inoltre sospeso esponenti cinesi dal board e disposto la nomina di un amministratore indipendente con voto decisivo.

La base legale: il “Goods Availability Act”

L’esecutivo ha fatto ricorso al Goods Availability Act, una normativa d’emergenza raramente usata che consente allo Stato di assicurare l’accesso a tecnologie e componenti considerati critici in caso di minacce alla sicurezza o alla continuità degli approvvigionamenti. Nella comunicazione ufficiale, il Ministero degli Affari Economici ha parlato di “gravi carenze di governance” e di rischio di trasferimento di know-how sensibile. La misura, presentata come “eccezionale e specifica”, segna uno dei più energici atti di intervento pubblico nel settore tech europeo.



Perché Nexperia è strategica

Nata dallo spin-off delle attività “standard products” di NXP e acquisita da Wingtech nel 2018-2019, Nexperia è tra i principali fornitori europei di componenti discreti, logiche e MOSFET, con stabilimenti front-end anche ad Amburgo e Manchester e una clientela che spazia dall’automotive all’elettronica di consumo. Il suo profilo “abilitante” per la manifattura europea spiega la scelta di un commissariamento che non ferma le linee, ma mette un freno alle scelte di vertice considerate a rischio.

I precedenti nel Regno Unito

Il caso si inserisce in una traiettoria di crescente vigilanza europea verso asset semiconduttori controllati da capitali cinesi. Nel 2022 il governo britannico ha imposto a Nexperia la cessione di Newport Wafer Fab (Galles) per motivi di sicurezza nazionale; l’impianto è poi passato a Vishay, con via libera definitivo nel 2024. L’episodio è diventato un riferimento per le autorità europee su valutazioni di controllo estero in ambiti sensibili.



Tra lista nera USA e possibili ritorsioni

Sul versante transatlantico, Wingtech è sotto restrizioni statunitensi: tra fine 2024 e il 2025 Washington ha esteso i controlli a società collegate, irrigidendo i controlli. Il nuovo atto olandese arriva mentre si intensifica la pressione politica e commerciale tra Occidente e Cina sulle catene del valore dei chip, dalle attrezzature alle materie prime. Non a caso, alla notizia di L’Aja il titolo Wingtech è arretrato del 10% alla borsa di Shanghai.

Cosa cambia per Nexperia (e per l’Europa)

Nel breve periodo, l’obiettivo del governo è garantire continuità produttiva e prevenire fughe di tecnologia. La figura dell’amministratore indipendente con poteri rafforzati e la possibilità per lo Stato di intervenire su delibere “sensibili” ridisegnano la catena di controllo, spostandola de facto sotto tutela pubblica. Per l’ecosistema europeo questo crea un precedente: se altre realtà ritenute “critiche” dovessero presentare analoghe fragilità di governance, la leva commissariale potrebbe riemergere come strumento di ultima istanza a protezione della sovranità dei semiconduttori.

Da parte sua, Wingtech ha già ventilato azioni legali. Sul piano diplomatico, la mossa olandese potrebbe innescare ritorsioni su aziende europee presenti in Cina o su permessi e licenze di fornitori UE nelle supply chain locali. Il tempismo – a ridosso di nuove frizioni commerciali globali – aumenta l’incertezza per i player europei, chiamati a bilanciare accesso al mercato cinese e salvaguardia degli asset strategici in patria.



Uno spartiacque per la “sovranità tecnologica” dell’UE

La decisione dell’Aja segna un punto di svolta: dalle regole (screening degli investimenti, AI Act, Chips Act) all’azione diretta sugli asset. È il messaggio che l’Europa – e un Paese cardine come i Paesi Bassi, sede anche di ASML – è pronta a usare strumenti eccezionali per evitare che nodi critici della filiera finiscano fuori controllo. Quanto l’atto sarà duraturo dipenderà dagli esiti delle verifiche di governance e da eventuali impegni vincolanti che Nexperia e il suo azionista sapranno offrire alle autorità. Nel frattempo, il commissariamento entra nel manuale degli strumenti a disposizione dei governi europei nella guerra globale dei chip.

Produttori europei di semiconduttori controllati da entità cinesi

Oltre a Nexperia — di gran lunga il più importante produttore europeo di chip controllato da un’entità cinese, con vendite per circa 2 miliardi di dollari — in Europa operano altri produttori di semiconduttori sotto controllo cinese. Tra i principali figurano l’italiana LFoundry, con sede ad Avezzano (AQ) e ricavi intorno ai 250 milioni di euro; l’olandese Ampleon, che ha sede nella stessa città di Nexperia (Nimega/Nijmegen); e la francese Linxens France, con un fatturato nell’ordine di circa 50 milioni di dollari.

Un’altra società, il produttore svedese pure-play MEMS Silex Microsystems, controllata dalla cinese Sai Microelectronics dal 2015, è tornata recentemente sotto controllo nazionale grazie all’intervento di un consorzio di investitori svedesi — guidato da Bure Equity e Creades — che ha acquisito la quota di maggioranza da Sai Microelectronics.