venerdì, Aprile 19, 2024
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Innovazione, sostenibilità e responsabilità sociale guidano la crescita di Micron Semiconductor Italia. La nostra intervista al Country Manager Roberto Bez

Roberto Bez, County Manager per l’Italia di Micron.

Approfondiamo la conoscenza di Micron Semiconductor Italia, l’azienda italiana (nella categoria con più di 500 dipendenti) dove si lavora meglio secondo la classifica stilata dalla società Great Place to Work.

L’occasione per questa intervista nasce proprio dal primo posto di Micron Semiconductor nella classifica Best Workplaces Italia 2022 tra le aziende con più di 500 dipendenti.

La classifica è realizzata dalla società di ricerca e consulenza Great Place to Work che ogni anno, in tutto il mondo, collabora con più di 10.000 aziende e organizzazioni, aiutandole a raccogliere le opinioni e i feedback di circa 5 milioni di collaboratori riguardo al proprio ambiente di lavoro. I criteri utilizzati per compilare la classifica delle aziende dove si lavora meglio sono sostanzialmente due: un’attenta analisi del clima aziendale, verificata attraverso un questionario anonimo compilato dai dipendenti; un elenco dettagliato delle attività poste in essere dall’azienda verso i dipendenti.

Ogni anno la classifica Best Workplaces premia, in Italia e all’estero, le aziende che con le loro attività hanno contribuito a creare il migliore ambiente dove lavorare.

Nel nostro paese, tra le aziende con più di 500 dipendenti, quest’anno ha vinto  Micron Semiconductor Italia, la filiale italiana della multinazionale delle memorie Micron Technology, il quarto più importante produttore di semiconduttori al mondo con circa 44.000 dipendenti, 11 siti produttivi e un fatturato 2021 di 27,7 miliardi di dollari, in crescita del 29,5% rispetto all’anno precedente.

Un successo, quello di Micron, basato sulle solide capacità tecnologiche dell’azienda orientate all’innovazione più spinta. In Micron, come testimonia il premio, le capacità tecnologiche si accompagnano ad una forte strategia di responsabilità sociale nei confronti dei dipendenti, dei luoghi di lavoro, delle comunità locali e dell’ambiente. Questa strategia è stata messa a dura prova negli ultimi anni dalla pandemia, costringendo Micron, così come molte altre aziende, a fare ricorso a modalità di lavoro a distanza.

Anche i valori legati alla diversità, uguaglianza e inclusione, fanno parte della visione strategica di Micron, per un ambiente di lavoro inclusivo per tutti.

Molto importante è anche la collaborazione con il mondo accademico, finalizzata a fare emergere e a sostenere quei talenti di cui aziende come Micron hanno bisogno.

Di tutto questo abbiamo parlato con Roberto Bez, Country Manager per l’Italia di Micron, nella sede italiana di Vimercate. In occasione dell’incontro abbiamo avuto occasione di visitare l’azienda, constatando la qualità degli ambienti di lavoro, tutti molto spaziosi, ben illuminati, e con numerose aree destinate al relax e all’interazione, all’interno e all’esterno. Addirittura molte scrivanie sono regolabili elettricamente in altezza, con un semplice tocco di un dito, per il massimo confort dei lavoratori.

Nella sede di Vimercate di Micron Semiconductor ci sono anche spazi di interazione all’aperto da utilizzare durante la bella stagione.

Al contrario di altre aziende premiate, l’attività di Micron Semiconductor è poco nota al grande pubblico. Ci spiega di cosa vi occupate esattamente?

Pur non occupandoci direttamente dei processi di manufacturing, siamo impegnati in tutte le attività di ricerca e sviluppo riguardanti la produzione e l’utilizzo delle memorie. Da questo punto di vista, possiamo affermare che il valore più importante di Micron è l’innovazione.

L’azienda ha avuto in passato una presenza più consistente nel nostro paese, legata alla produzione di memorie, attività che per questioni strategiche ha lasciato, mantenendo tuttavia una forte presenza legata alle attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Attualmente in Italia sono operativi quattro siti: Vimercate, il nostro headquarter, Padova, con un piccolo design center, Avezzano, in provincia dell’Aquila, e Arzano vicino a Napoli. Le nostre sedi sono coinvolte in tutte le più importanti attività di sviluppo tecnologico dell’azienda, dalla progettazione di componenti allo sviluppo di sistemi. Grazie anche al contributo italiano, Micron Technology ha raggiunto recentemente la leadership mondiale in questo campo, sia nelle memorie DRAM che nelle NAND. In particolare, in Italia ci siamo concentrati sullo sviluppo delle memorie non volatili, ovvero delle NAND, dando un forte contributo al raggiungimento degli obiettivi globali dell’azienda.

Dopo essere entrati per quattro volte nella classifica Best Workplaces Italia, quest’anno vi siete posizionati al primo posto. Quali sono state, in questo periodo, le iniziative più significative che hanno permesso a Micron di raggiungere questo risultato?

Le politiche di incentivazione salariale hanno rappresentato un aspetto sicuramente importante, molto tangibile. In Micron abbiamo un consistente premio di produzione legato agli obiettivi raggiunti, un premio che riguarda tutte le categorie di lavoratori, non solo i vertici aziendali. In Italia, abbiamo poi un premio, abbastanza consistente, uguale per tutti, che permette di avere facilitazione per il welfare, l’acquisto di libri, la salute, ecc. La nostra politica di incentivazione salariale prevede anche una o due revisioni salariali durante l’anno nonché particolari premi di riconoscimento che possono essere erogati durante tutto l’anno, in relazione a specifiche attività.

C’è poi una forte attenzione a migliorare gli ambienti di lavoro, in tutti i nostri siti, per renderli più sicuri e confortevoli, con specifiche aree che facilitano l’interazione tra le persone. Recentemente, il miglioramento degli ambienti di lavoro ha interessato in particolare i siti di Padova e Avezzano.

Ritengo tuttavia che l’aspetto più importante che ha contribuito al conseguimento del primo posto nella classifica Best Workplaces Italia 2022 riguardi la forte attenzione dell’azienda – durante il periodo del Covid – alla sicurezza dei dipendenti, con stringenti politiche di prevenzione e protezione, rivolte non solo alla salute ma anche al benessere dei dipendenti e delle loro famiglie. Grazie anche a queste iniziative, siamo riusciti a garantire la regolare operatività dell’azienda in questo particolare periodo.

Durante la pandemia, il lavoro da remoto è stato un obbligo più che una scelta. In precedenza, Micron aveva già messo in atto forme di lavoro simili? E per il futuro, qual è l’orientamento dell’azienda?

In Micron avevamo già una forma che definirei “leggera” di smart working, per cui quando c’è stata la necessità di lavorare da remoto, le persone e l’azienda erano già preparate; in più sono stati forniti ai dipendenti strumenti specifici per rendere più confortevole il lavoro da casa.

Abbiamo iniziato ad applicare il lavoro “agile” già nel 2015 dopo una serie di riunioni col Comune di Milano per capire come attuare nel modo migliore questa nuova forma di lavoro resa possibile dalla diffusione di Internet; da allora abbiamo effettuato una serie di test, prima con singoli dipendenti, poi con alcuni gruppi di persone. Dal 2017, anno dell’introduzione della normativa nazionale sul lavoro agile, il tema è divenuto parte integrante del contratto integrativo aziendale. Quando è arrivato il Covid, quindi, noi eravamo già pronti.

Dopo i mesi di lockdown totale, è stata data la priorità al rientro in presenza per quei team che si occupano di sviluppo di tecnologie e sistemi, mentre le persone e i team attivi nel supporto e nei servizi hanno continuato l’attività da remoto.

Per il futuro, l’azienda ha già adottato un particolare “Flexible Work Arrangement” che permette a molti nostri dipendenti di poter lavorare sistematicamente da casa anche più di un giorno alla settimana, naturalmente tenendo conto delle necessità dell’azienda. Questa attività ora è più strutturata, ed è stata particolarmente apprezzata dai nostri collaboratori. In ogni caso rivediamo costantemente le nostre policy sull’argomento per individuare in ciascun momento la strategia migliore.

Durante il Covid, le tecnologie hanno aiutato a mantenere l’operatività dell’azienda ma, a mio avviso, chi fa innovazione come noi ha bisogno di una continua e forte interazione, di lavorare insieme: tutte cose che gli attuali strumenti tecnologici non sono in grado di garantire. Trovo molto più interessante, come stiamo facendo ora, fare un’intervista in presenza anziché da remoto, avere l’occasione di scambiare qualche opinione, prendere un caffe. Tutti noi siamo cresciuti lavorando assieme. In definitiva penso che un approccio ibrido per chi svolge un’attività come la nostra sia la soluzione migliore.

Micron è stata una delle prime società a rinominare l’area che gestisce le risorse umane da Human Resources a People Department. Cosa c’è dietro questo cambiamento?

Non si tratta solo di un cambiamento di facciata, il nuovo nome ha un risvolto reale e sta ad indicare un sempre maggiore interesse da parte dell’azienda nei confronti delle persone e di tutte quelle attività che favoriscono un ambiente di lavoro culturalmente vario e inclusivo. L’azienda è molto attenta a sostenere e favorire quei gruppi di dipendenti che dedicano parte del loro tempo ad affrontare problematiche di tipo sociale.

Lavorare affinché l’informazione migliori la vita” era la vision di Micron fino a poco tempo fa; ora, a questa frase sono state aggiunte le parole “Per Tutti”, a rimarcare questa maggiore attenzione nei confronti delle persone e della società in generale.

A proposito di attenzione verso il prossimo, vorrei sottolineare le iniziative dell’azienda nei confronti dell’ambiente. Sappiamo tutti che l’industria dei semiconduttori è un’attività energivora e con grandi consumi d’acqua. Da questo punto di vista, Micron ha varato delle stringenti politiche aziendali finalizzate ad una drastica riduzione dei consumi idrici mediante il riciclo dell’acqua, così come una riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra mediante un sempre maggiore utilizzo di energia elettrica generata da fonti rinnovabili.

La nostra capacità di innovare riguarda anche questi aspetti, che sono oggetto dell’annuale report sulla sostenibilità aziendale. Da un paio d’anni, Micron pubblica anche uno specifico report sulle attività DEI (Diversity, Equality and Inclusion).

Rimanendo in questo ambito, è nota a tutti la scarsa presenza femminile nelle attività tecnologiche. Esistono delle azioni di Micron per ridurre questo gap e più in generale per aumentare la presenza femminile della sua forza lavoro?

C’è molta attenzione anche a questo tema. Ad esempio, quando si fanno le assunzioni, nel gruppo di intervistatori c’è sempre una significativa presenza femminile. In generale, il nostro livello di presenza femminile è simile a quello delle altre aziende tecnologiche; aggiungo anche che la percentuale di presenza femminile in Micron è uniforme nelle varie aree aziendali.

Per quanto riguarda l’aspetto più tecnologico, in passato ci sono state delle azioni di tutoring da parte di Micron che hanno interessato specificamente alcune ricercatrici del Politecnico di Milano. Anche a livello di Corporation c’è molta attenzione nei confronti di questi temi.

Tornando all’aspetto più tecnologico, qual è l’idea di innovazione di Micron?

In Italia contribuiamo a tutti agli sviluppi tecnologici e di prodotto di Micron Technology. Non avendo nel nostro paese un’attività manifatturiera, ci occupiamo prevalentemente dello sviluppo di nuove architetture, soprattutto di modellistica e di caratterizzazione elettrica. Ci sono dei laboratori dedicati a questo scopo, a Vimercate ed Arzano.

In particolare, nel nostro paese contribuiamo alla progettazione di dispositivi NAND, tecnologia nella quale Micron è leader mondiale; si tratta di dispositivi in grado di memorizzare in un singolo chip un numero incredibilmente alto di informazioni, dell’ordine dei terabit, grazie all’integrazione verticale della cella di memoria che attualmente può arrivare ad utilizzare fino a 176 layer. Allo sviluppo di questi dispositivi contribuiscono tutti i centri di ricerca dell’azienda, ma attualmente la progettazione è guidata proprio dall’Italia.

L’altro aspetto riguarda i sistemi, soprattutto quelli per applicazioni mobile e automotive, dove vengono impiegate le NAND secondo le specifiche UFS e eMMC. Questa attività interessa prevalentemente le sedi di Vimercate e Arzano.

Il nostro backgroud è la conoscenza approfondita del mondo dei semiconduttori, lungo tutta la catena del valore, dalla tecnologia di progettazione del componente sino ai sistemi.

Micron è leader nelle applicazioni per automotive e la responsabilità del business di questo settore è di un Vice President italiano che opera nel nostro paese. C’è una forte attenzione a migliorare i dispositivi per automotive che sono i più complicati; lavoriamo in stretto contatto con i clienti, implementando e sviluppando le tecniche e le metodologie di sicurezza. In questo caso, più che mai, è fondamentale l’interazione con i clienti, molti dei quali operano in Europa dove, come sappiamo, esiste una forte industria automobilistica.

Pensa che l’automotive si aggiungerà agli altri settori che stanno trainando la forte richiesta di chip di memoria?

Difficile a dirsi. Nelle vetture c’è sempre più elettronica, e quindi sempre più richiesta di capacità di memoria. I sistemi ADAS di assistenza alla guida e quelli per la guida completamente autonoma stanno trasformando le vetture in piccoli data-center su quattro ruote, che necessitano di molta memoria, sia per i processi di calcolo che per lo storage. È sicuramente un mercato al quale stiamo guardando con molta attenzione. Altri settori avanzati di grande importanza per noi sono quelli dell’intelligenza artificiale e del 5G, con sempre maggiore capacità di calcolo distribuita e sempre più utilizzo di memoria: sicuramente un mercato in forte crescita.

Micron Semiconductor opera in un settore tecnologicamente molto avanzato e per questo motivo ha necessità di giovani di talento. Riuscite a trovare facilmente tali risorse? E come giudica il livello di preparazione dei nostri giovani ingegneri?

L’università italiana è in grado di sfornare grandi eccellenze. Politecnico di Milano, Università di Milano Bicocca, Università Federico II di Napoli, Università di Salerno, Università dell’Aquila, la Sapienza e altre università ancora sono in grado formare eccellenti ingegneri e scienziati.

Tutte le volte che interagiamo col mondo accademico siamo impressionati dal livello di competenza e capacità di professori e studenti.

Come Micron Italia abbiamo delle collaborazioni con molte di queste università. In particolare col Politecnico di Milano e con il loro Dipartimento di Elettronica abbiamo una pluridecennale collaborazione, iniziata nel 1996. Siamo fortemente interessati ad aiutare il Dipartimento a crescere e a fare emergere quei talenti di cui aziende come Micron hanno bisogno.

C’è anche una collaborazione molto stretta con l’Università Federico II di Napoli, da dove arrivano ottimi ingegneri elettronici e informatici.  

Abbiamo anche una serie di iniziative con le scuole superiori del territorio per fare conoscere la nostra attività e per fare avvicinare sempre più giovani, comprese le ragazze, alle discipline STEM.

Per tutti questi motivi, non abbiamo grandi difficoltà a trovare quella cinquantina di ingegneri di cui abbiamo bisogno ogni anno. 

Da questo punto di vista anche la partecipazione ad iniziative come il Best Workplaces è di grande importanza perché ci permette di mettere in risalto la qualità della nostra offerta di lavoro.

In generale, con le università abbiamo numerose collaborazioni, garantiamo seminari e attività di Internship. Personalmente è sempre un piacere interagire con gli studenti, è sempre bello vedere quanto siano in grado di imparare in così poco tempo.

Proprio perché l’Italia genera numerosi talenti, c’è anche un discreto flusso di giovani ingegneri italiani verso le sedi estere della società. Spesso vengono fatte assunzioni in Italia con la prospettiva di continuare la carriera negli Stati Uniti: la richiesta dalle nostre sedi estere di bravi ingegneri è continua. La cosa non può che farci piacere, anche perché la presenza di italiani negli USA ci consente di mantenere dei canali di interazione più forti.

In conclusione, cosa direbbe ad un giovane ingegnere italiano per convincerlo a venire a lavorare in Micron?

Se la persona cerca un lavoro sfidante, legato alla tecnologia, che consenta di mettere a frutto quello per cui ha studiato, in un ambiente internazionale e di forte collaborazione (e con tanto lavoro da fare), Micron Semiconductor è sicuramente l’azienda ideale.