mercoledì, Maggio 15, 2024
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Tecnologie avanzate: l’amministrazione Biden intende limitare ulteriormente gli investimenti delle aziende USA in Cina

Il presidente Joe Biden ha firmato mercoledì un ordine esecutivo che proibisce nuovi investimenti statunitensi in Cina in tecnologie sensibili appartenenti a tre settori: semiconduttori e microelettronica, tecnologie dell’informazione quantistica e sistemi di intelligenza artificiale.

Le restrizioni si applicheranno a “sottoinsiemi ristretti” delle tre aree, nella logica del de-risking.

Secondo l’amministrazione statunitense, l’iniziativa ha lo scopo di impedire al capitale e alle competenze americane di aiutare la Cina a sviluppare tecnologie che potrebbero supportare la sua modernizzazione militare e minare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. La misura si rivolge a private equity, capitale di rischio, joint venture e investimenti greenfield.

Questo nuovo inasprimento era atteso dalle aziende cinesi che, secondo il Financial Times e altre fonti, nei mesi scorsi avrebbero acquistato e piazzato ordini per 5 miliardi di dollari per processori avanzati, in particolare per le GPU A800 e H800 di NVIDIA, le versioni depotenziate sviluppate appositamente per il mercato cinese.

La Cina ha detto giovedì di essere “gravemente preoccupata” per l’iniziativa, riservandosi il diritto di prendere adeguate contromisure.

Il ministero degli Esteri cinese ha affermato che il Paese è “fortemente insoddisfatto” e “si oppone risolutamente all’insistenza degli Stati Uniti sull’introduzione di restrizioni agli investimenti in Cina“. La Cina ha esortato gli Stati Uniti a mantenere la promessa di Biden di non voler separarsi dalla Cina o ostacolare lo sviluppo economico della Cina, ha affermato il ministero in una nota.

L’iniziativa, che prima di diventare operativa verrà portata all’attenzione delle associazioni di categoria e degli enti interessati per eventuali suggerimenti, proposte o modifiche, si concentra sugli investimenti in società cinesi che sviluppano software per la progettazione di chip avanzati e che producono impianti e attrezzature per la produzione di semiconduttori, ampliando le sanzioni introdotte in passato e alle quali si erano uniformati i governi del Giappone e dei Paesi Bassi. Secondo l’amministrazione Biden, anche in questo caso il governo USA si è consultato preventivamente con i paesi alleati.

La Semiconductor Industry Association (SIA), la principale associazione di categoria statunitense, ha rilasciato un comunicato nel quale si afferma che “L’industria dei semiconduttori riconosce la necessità di proteggere la sicurezza nazionale e riteniamo che garantire un’industria dei semiconduttori statunitense forte e competitiva a livello globale sia una parte vitale per il raggiungimento di tale obiettivo. Stiamo valutando la proposta odierna e accogliamo con favore l’opportunità di fornire un feedback. Ci auguriamo che le regole finali consentano alle aziende di chip statunitensi di competere in condizioni di parità e di accedere ai principali mercati globali, inclusa la Cina, per promuovere la forza a lungo termine dell’industria dei semiconduttori statunitense e la nostra capacità di superare i concorrenti globali”.

Consenso al nuovo provvedimento arriva dal partito democratico. “Per troppo tempo, il denaro americano ha contribuito ad alimentare l’ascesa dell’esercito cinese“, ha dichiarato il leader dei democratici al senato Senato Chuck Schumer. “Oggi gli Stati Uniti stanno compiendo un primo passo strategico per garantire che gli investimenti americani non vadano a finanziare l’avanzamento militare cinese“.

Al contrario, i rappresentati del partito repubblicano hanno criticato il provvedimento evidenziando le possibili scappatoie e il fatto che le nuove norme riguardano solo gli investimenti futuri.

Il provvedimento dovrebbe diventare operativo non prima di 5-6 mesi.