L’azienda giapponese ha annunciato di aver sottoscritto con Wolfspeed un accordo di ristrutturazione che prevede la conversione del deposito di 2,062 miliardi di dollari, versato nell’ambito dell’accordo di fornitura di wafer SiC, in obbligazioni convertibili, azioni ordinarie e warrant di Wolfspeed.
L’accordo con Renesas era uno dei principali ostacoli alla ristrutturazione del debito di Wolfspeed prevista dal Capitolo 11 della legge fallimentare americana, una sorta di concordato preventivo che consentirà al produttore statunitense di substrati SiC di continuare l’attività sotto la supervisione del tribunale fallimentare.
Si tratta del primo caso di fallimento di un’azienda di semiconduttori occidentale causato dall’aggressiva politica dei prezzi messa in atto dai produttori cinesi. Se fino a un paio di anni fa un wafer SiC da 6 pollici veniva venduto a 1.500 dollari, oggi le aziende cinesi propongono lo stesso wafer a meno di 500 dollari.
La firma dell’accordo è stata confermata da un comunicato stampa di Renesas.
Con la sottoscrizione dell’accordo di ristrutturazione, Renesas accetta di convertire il deposito di 2,062 miliardi di dollari versato nell’ambito dell’accordo di fornitura in obbligazioni convertibili, azioni ordinarie e warrant di Wolfspeed.
Renesas prevede che l’adesione all’accordo comporterà una perdita di circa 250 miliardi di yen (pari a circa 1,66 miliardi di dollari), contabilizzata nel semestre che si concluderà il 30 giugno 2025. La tempistica e l’importo definitivo della perdita saranno determinati in consultazione con il revisore contabile di Renesas e annunciati successivamente.
In un comunicato stampa del 22 giugno, Wolfspeed ha annunciato un piano preconfezionato di riorganizzazione attraverso un Restructuring Support Agreement (RSA), che — secondo l’azienda — ha il sostegno di importanti istituti di credito. Wolfspeed intende ottenere l’approvazione del piano e presentare a breve istanza ai sensi del Capitolo 11 del Codice Fallimentare statunitense.
Wolfspeed prevede di completare rapidamente il processo e di uscire dal Capitolo 11 entro la fine del terzo trimestre dell’anno solare 2025.
Secondo l’azienda, l’RSA permetterà di ridurre il debito totale di circa il 70% (pari a 4,6 miliardi di dollari) e di abbattere i pagamenti annuali per interessi di circa il 60%.
La società ha inoltre dichiarato di detenere 1,3 miliardi di dollari in liquidità al terzo trimestre dell’anno fiscale 2025, garantendo così risorse sufficienti per supportare clienti e pagare i fornitori. Secondo quanto riportato nel comunicato stampa, si prevede che gli attuali azionisti riceveranno una quota compresa tra il 3% e il 5% del capitale azionario ordinario della società riorganizzata.
Chi trarrà beneficio dalla crisi di Wolfspeed?
È la domanda che si pongono gli analisti, e alla quale — relativamente al ruolo di STMicroelectronics — abbiamo cercato di rispondere in un recente articolo.
Con la Cina leader nell’adozione del SiC nei veicoli elettrici e con i fattori geopolitici in gioco, gli osservatori concordano sul fatto che tra i principali beneficiari della crisi ci saranno fornitori non statunitensi come STMicroelectronics, Infineon, Rohm e Bosch.
Molti ritengono che STMicroelectronics sia particolarmente ben posizionata, anche grazie alla sua strategia di localizzazione in Cina, che include una joint venture con Sanan.
Il problema, tuttavia, riguarda gli stabilimenti europei di ST, in particolare il sito produttivo di Catania, dove l’azienda ha avviato un percorso di integrazione verticale, puntando non solo sulla produzione di dispositivi, ma anche sulla fabbricazione interna di substrati.
Le ragioni della crisi di Wolfspeed evidenziano le grandi sfide industriali e commerciali legate non solo alla produzione di substrati SiC, ma anche ai dispositivi basati su questa tecnologia.
Molti si chiedono se il nuovo impianto di Catania riuscirà a resistere alla pressione della concorrenza cinese — in primo luogo per quanto riguarda i substrati, ma anche per dispositivi e moduli.
Alla luce del nuovo contesto globale, STMicroelectronics potrebbe affrontare con successo la concorrenza grazie alla sua strategia China-for-China, ma le sue fabbriche europee potrebbero non reggere l’urto dell’aggressiva politica dei prezzi portata avanti dalla Cina.