
Nel giorno in cui STMicroelectronics presenta i dettagli del piano industriale nell’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy con i sindacati e i ministri Giorgetti e Urso, il Consiglio di Sorveglianza della società interviene sulle notizie di stampa relative ad operazioni di insider trading di alcuni manager e sulla mancata nomina di Marcello Sala.
Si fa sempre più intricata la vicenda STMicroelectronics dopo la mancata nomina di Marcello Sala, direttore generale del Mef, nel Consiglio di Sorveglianza e dopo alcune indiscrezioni di stampa su operazioni di vendita di pacchetti azionari da parte di due membri del Consiglio di Gestione nel luglio 2024, prima della diffusione dei (pessimi) risultati trimestrali con conseguente crollo delle quotazioni del 12%.
Il ministro Giorgetti ha definito “inaccettabile e gravissima” la scelta della multinazionale italo-francese di respingere la nomina di Marcello Sala in sostituzione del dimissionario Maurizio Tamagnini. Ricordiamo che STMicroelectronics è controllata pariteticamente dallo stato italiano e da quello francese con una quota azionaria complessiva del 27,5%; entrambi gli azionisti di riferimento nominano propri rappresentati nel Consiglio di Sorveglianza, organo che controlla l’operato del CEO e Presidente dell’azienda (il francese Jean-Marc Chéry) e del CFO (l’italiano Lorenzo Grandi).
Dopo le dimissioni di Tamagnini, il ministro Giorgetti aveva proposto la nomina di Marcello Sala, responsabile all’interno del Mef della gestione delle imprese partecipate dallo Stato, insieme a quello di Simonetta Acri che avrebbe sostituito Donatella Sciuto.
Tuttavia, mentre la nomina di Simonetta Acri è stata approvata, la candidatura di Marcello Sala è stata bocciata a causa della sua ostilità nei confronti del CEO Jean-Marc Chéry di cui aveva chiesto le dimissioni, almeno così si sostiene negli ambienti del ministero dell’Economia italiano.
Questa tesi è stata confutata dal presidente del Consiglio di Sorveglianza, il francese Nicolas Dufourcq, secondo il quale i membri francesi non si sarebbero opposti all’ingresso di Marcello Sala; a boicottare la nomina di Sala sarebbero stati tre componenti indipendenti del Consiglio, numero sufficiente per porre il veto alla nomina.
Sullo sfondo, anche le indiscrezioni di stampa relative ad operazioni di insider trading di alcuni manager della società prima della diffusione della trimestrale di luglio 2024.
“Sono false le accuse su transazioni personali compiute da due membri del Consiglio di Gestione della società alla vigilia dell’annuncio dei risultati – si legge nella nota diffusa questa mattina da ST – Le vendite di azioni fatte durante il periodo di blackout della società sono fatte dall’amministratore del piano azionario della società attraverso una procedura automatica, per rispettare le norme fiscali svizzere per i membri del consiglio di gestione e erano legali e nel rispetto della politica aziendale”.
Nella nota, il Consiglio di Sorveglianza interviene anche sulla class action intentata da alcuni azionisti americani nei confronti dell’azienda. “Il Consiglio di Sorveglianza ha rivisto i processi e ritiene che la società abbia solide argomentazioni legali contro le accuse”.
Lo stesso Consiglio ribadisce di aver approvato all’unanimità i dettagli del programma aziendale per ridisegnare la struttura manifatturiera della società, accelerando la capacità produttiva di ST a 300 mm per il silicio e di 200 mm per il carburo di silicio, annunciato ai mercati l’anno scorso il 31ottobre e ribadito il 30 gennaio del 2025.
La nota del Consiglio di Sorveglianza si conclude esprimendo “il suo rinnovato supporto a Jean-Marc Chéry, Lorenzo Grandi e i manager, soprattutto nella loro capacità di eseguire la trasformazione in tempi difficili per l’industria dei semiconduttori”.
Sullo sfondo di questa vicenda pesano anche le accuse del quotidiano “Domani” sul recente accordo tra la cinese InnoScience e STMicroelectronics sulla tecnologia GaN: secondo il quotidiano di De Benedetti l’accordo sarebbe troppo sbilanciato nei confronti dei cinesi e potrebbe portare ad un ridimensionamento del ruolo degli impianti di Catania.
Qualche dettaglio in più sul futuro di STMicroelectronics potrebbe arrivate dall’incontro di questa mattina al al Ministero delle Imprese e del Made in Italy tra il management dell’azienda, i sindacati e i ministri Urso e Giorgetti.
Tuttavia, il momento della verità – per la società e per Jean-Marc Chéry – arriverà il 24 di questo mese, quando ST presenterà i risultati del primo trimestre 2025.
Una ulteriore flessione delle vendite, rispetto alle già pessime previsioni, potrebbe risultare fatale per il management della società; al contrario, una ripresa delle vendite, con previsione positive per la seconda metà del 2025, potrebbe portare un po’ di sereno e allentare la tensione tra le parti.
STMicroelectronics prevede ricavi per 2,51 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2025 (Q1 2025), in calo del 27,8% rispetto al Q1 2024 quando le vendite furono di 3,47 miliardi di dollari: un salto indietro di quasi 5 anni. Che il mercato in cui opera ST stia attraversando un momento di grande difficoltà è noto a tutti; tuttavia i due più importanti competitor di ST (Infineon e NXP) si sono difesi meglio, sia per quanto riguarda le entrate che per ciò che concerne il valore di borsa.
Dall’inizio del 2024 il titolo STMicroelectronics ha perso infatti il 61%, decisamente peggio di NXP Semiconductors (-25%) e Infineon Technologies (-38).