I risultati del primo trimestre 2025 confermano le previsioni dell’azienda con vendite per 2,52 milioni di dollari (-27,3% Y/Y e – 24,2% Q/Q) e un reddito operativo di appena 3 milioni di dollari.
Questa mattina STMicroelectronics ha presentato i risultati finanziari relativi al primo trimestre 2025, conclusosi il 29 marzo, e le previsioni per il trimestre in corso.
Nei primi tre mesi dell’anno l’azienda ha riportato ricavi netti pari a 2,52 miliardi di dollari, un margine lordo del 33,4%, un reddito operativo di 3 milioni di dollari e un utile netto di 56 milioni di dollari.
In pratica, nel periodo, STMicroelectronics non ha fatto utili, anche se è riuscita a generare un cash flow di 574 milioni di dollari che ha consentito all’azienda di effettuare investimenti per 530 milioni.
In ogni caso, una situazione decisamente preoccupante se paragonata ai 4,2 miliardi di utile netto e ai 5,9 miliardi di cash flow dell’anno fiscale 2023, tempi non così lontani.
Il crollo delle vendite è imputabile principalmente ad un fortissimo calo del mercato Industrial a livello globale cui si è aggiunto più recentemente anche il calo del mercato Automotive che ha interessato tutte le aziende di semiconduttori che operano in questo settore, da Texas Instruments a Infineon, da NXP a Microchip Technology.
Tra queste aziende c’è chi si è difesa meglio, come TI e NXP, grazie ai margini operativi normalmente molto più alti, mentre altre, come ST e Microchip, hanno subito arretramenti più pesanti.
Nonostante il management abbia dichiarato che non è in grado di effettuare previsioni per l’anno in corso, è facile prevedere che STMicroelectronics chiuderà il 2025 con un fatturato compreso tra 11 e 11,5 miliardi di dollari, molto lontano dai 17,3 miliardi del 2023 e dai 13,3 miliardi del 2024.
Per riuscire a gestire questa difficile situazione, l’azienda ha messo in campo un piano di taglio ai costi “stimato in milioni di dollari nella fascia superiore della forchetta a tre cifre”: in pratica, una cifra compresa tra 700 e 800 milioni di dollari entro il 2027. Il taglio dei costi comprende anche la riduzione fino a 2.800 addetti a livello globale che colpirà, almeno così temono i sindacati, in particolare il sito produttivo di Agrate Brianza dove è in corso la transizione produttiva dai 200 ai 300 millimetri.
Qualche piccola nota di ottimismo arriva dalle previsioni per il secondo trimestre 2025, con entrate stimate a 2,71 miliardi di dollari, in calo del 16,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso ma in crescita sequenziale del 7,7%.
Secondo il CEO Jean-Marc Chéry, il trimestre appena concluso dovrebbe essere, in termini di fatturato, il peggiore di questo tormentato periodo.
Altra nota di ottimismo arriva dalla discreta trimestrale di Texas Instruments rilasciata ieri con i mercati Industrial e Automotive che, secondo l’azienda americana, hanno registrato una significativa ripresa, segnando un’inversione di tendenza dopo sette trimestri di calo.
“I ricavi netti del primo trimestre sono stati in linea con il punto intermedio delle nostre previsioni sulle attività, trainati da maggiori ricavi nella Personal Electronics controbilanciati da ricavi inferiori alle attese nei settori Automotive e Industrial. Il margine lordo è stato leggermente inferiore al punto intermedio delle nostre previsioni sulle attività a causa principalmente del mix di prodotto”, ha dichiarato il Presidente e CEO di ST Jean-Marc Chéry.
“Nel primo trimestre il nostro rapporto book-to-bill è migliorato, e sia Automotive che Industrial hanno superato la parità. Per il 2025, abbiamo in programma di mantenere le nostre spese in conto capitale nette tra 2,0 e 2,3 miliardi di dollari, principalmente per dare attuazione al ridisegno della nostra struttura manifatturiera.
Mentre consideriamo il primo trimestre 2025 come il punto più basso, nell’attuale contesto di incertezza ci stiamo focalizzando su ciò che possiamo controllare: proseguire ad innovare per migliorare con continuità e rendere sempre più competitivo il nostro portafoglio di prodotti e tecnologie, focalizzarci sulla produzione avanzata con la gestione rigorosa dei costi.
A questo riguardo, il nostro programma per ridisegnare la struttura produttiva e ridimensionare la base dei costi globali procede come previsto e confermiamo l’obiettivo di risparmi di costi su base annua a fine 2027″, ha concluso Chéry.
Di seguito, i principali dati di bilancio del primo trimestre 2025:
Nel periodo, la liquidità netta da attività operative è stata pari a 574 milioni di dollari, rispetto a 859 milioni di dollari nello stesso trimestre del 2024.
Le spese in conto capitale nette del primo trimestre sono ammontate a 530 milioni di dollari, rispetto a 967 milioni di dollari nello stesso trimestre dello scorso anno.
Il free cash flow è stato positivo per 30 milioni di dollari nel primo trimestre, rispetto a un valore negativo di 134 milioni di dollari nello stesso trimestre del 2024.
Alla fine del primo trimestre le scorte erano pari a 3,01 miliardi di dollari, rispetto a 2,79 miliardi di dollari nel trimestre precedente e a 2,69 miliardi di dollari nello stesso trimestre dello scorso anno. L’indice di rotazione delle scorte era di 167 giorni alla fine del trimestre, rispetto a 122 giorni sia nel trimestre precedente, sia nello stesso trimestre dell’anno scorso.
I dati sulle giacenze di magazzino e sull’indice di rotazione delle scorte confermano il momento di forte calo della domanda; i risultati finanziari del trimestre sarebbero stati ancora più negativi qualora la società avesse adeguato il magazzino all’effettivo andamento del mercato.
Nel primo trimestre, ST ha distribuito dividendi ai suoi azionisti per un totale di 72 milioni di dollari e ha riacquistato azioni proprie per 92 milioni di dollari nell’ambito del programma di riacquisto di azioni attualmente in corso.
Al 29 marzo 2025 la posizione finanziaria netta di ST si è ridotta a 3,08 miliardi di dollari rispetto a 3,23 miliardi di dollari al 31 dicembre 2024, frutto di una liquidità totale di 5,96 miliardi di dollari e di un indebitamento finanziario totale di 2,88 miliardi di dollari. La posizione finanziaria netta adjusted, che tiene conto dell’effetto sulla liquidità totale degli anticipi di grant sugli investimenti in conto capitale non ancora sostenuti, era pari a 2,71 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda le categorie di prodotto, nel gruppo Analog, Power & Discrete, MEMS and Sensors (APMS), nel segmento Analog products, MEMS and Sensors (AM&S) i ricavi sono diminuiti del 23,9% a causa principalmente di una flessione nei prodotti Analogici, l’utile operativo è diminuito del 66,7% a 82 milioni di dollari e il margine operativo è stato del 7,7% rispetto al 17,5%.
Per quanto riguarda il segmento Power and Discrete products (P&D) i ricavi sono diminuiti del 37,1%, l’utile operativo è diminuito da un valore positivo di 77 milioni di dollari a un dato negativo di 28 milioni di dollari e il margine operativo è stato del -6,9% rispetto al 12,1%.
Nel gruppo di prodotto Microcontrollers, Digital ICs and RF products (MDRF) nel segmento Embedded Processing (EMP) i ricavi sono diminuiti del 29,1% a causa principalmente di una flessione nei GPAM. L’utile operativo è diminuito del 71,5% a 66 milioni di dollari e il margine operativo è stato dell’8,9% rispetto al 22,2%.
Nel segmento RF & Optical Communications (RF&OC) i ricavi sono diminuiti del 19,2%, l’utile operativo è diminuito del 59,0% a 43 milioni di dollari e il margine operativo è stato del 13,9% rispetto al 27,4%.
Outlook
La guidance di STMicroelectronics, ai valori intermedi, per il secondo trimestre del 2025 risulta la seguente:
- Ricavi netti previsti per 2,71 miliardi di dollari, pari ad un aumento del 7,7% su base sequenziale, ± 350 punti base.
- Margine lordo del 33,4%, ± 200 punti base.
La previsione si basa su un tasso di cambio effettivo presunto di circa 1,08 dollari per euro e include l’impatto dei contratti di hedging in essere; attualmente il valore del dollaro è sceso sino ad un tasso di 1,14, un fattore che potrebbe condizionare negativamente il futuro del business di ST. L’azienda vende infatti i suoi prodotti in dollari ma molte delle spese (come quelle del personale) sono in euro. Tutto ciò non può che portare ulteriori motivi di squilibrio ai conti della società.
Un altro motivo di preoccupazione riguarda la guerra dei dazi scatenata dall’amministrazione Trump che ha avuto come prima conseguenza un significativo calo delle quotazioni (compreso tra il 20 e il 30%) delle aziende che producono semiconduttori. Il timore è che i dazi possano portare ad una recessione economica globale con conseguenze anche sul mercato dei semiconduttori.
Questa mattina il titolo STMicroelectronics guadagna circa 3 punti percentuali che si sommano agli aumenti dei giorni precedenti spinti da un sentiment generale più disteso.
Il prossimo appuntamento istituzionale per STMicroelectronics è l’Assemblea generale degli Azionisti prevista per il 28 maggio ad Amsterdam. In quella occasione potrebbero venire al pettine i contrasti tra la componente pubblica italiana degli azionisti di ST e l’attuale CEO Jean-Marc Chéry di cui il ministro dell’economia italiano Giancarlo Giorgetti ha chiesto esplicitamente le dimissioni.
Lo scontro si è fatto ancora più duro dopo che il Consiglio di Sorveglianza dell’azienda ha bocciato la nomina di Marcello Sala in rappresentanza del governo italiano in sostituzione del dimissionario Maurizio Tamagnini. Giancarlo Giorgetti ha definito “inaccettabile e gravissima” la scelta della multinazionale italo-francese di respingere la nomina.
Ricordiamo che STMicroelectronics è controllata pariteticamente dallo stato italiano e da quello francese con una quota azionaria complessiva del 27,5%; entrambi gli azionisti di riferimento nominano propri rappresentati nel Consiglio di Sorveglianza, organo che controlla l’operato del CEO e Presidente dell’azienda (il francese Jean-Marc Chéry) e del CFO (l’italiano Lorenzo Grandi).
Durante la Conference Call che ha fatto seguito alla presentazione dei risultati finanziari, Jean-Marc Chéry ha dichiarato che al momento non ci sono state reazioni significative da parte dei clienti di ST a seguito dello scontro sui dazi tra Stati Uniti e Cina. “Non abbiamo visto alcun panico da parte dei clienti o reazioni immediate“, ha detto.
“Conviene aspettare e vedere, perché un cambiamento della catena di fornitura rappresenta un’operazione molto complessa“, ha aggiunto Chéry.
Paradossalmente ST potrebbe trarre vantaggio da questa situazione in quanto tra le aziende occidentali è l’unica che è impegnata a costruire una catena di fornitura specifica per la Cina, il cosiddetto piano “China-for-China” di cui ci siamo occupati più volte.