giovedì, Maggio 1, 2025
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L’amministrazione Biden annuncia l’avvio di un’indagine sui chip legacy cinesi

Indagine sui chip legacy cinesi

A pochi giorni dal passaggio di consegne, l’amministrazione Biden ha annunciato un’indagine sui semiconduttori “legacy” (con nodo di processo ≥ 28 nm) di fabbricazione cinese ai sensi della Sezione 301, che potrebbe comportare l’imposizione di ulteriori dazi statunitensi sui chip provenienti dalla Cina.

Katherine Tai, del Ministero del Commercio USA, ha affermato che l’indagine mira a proteggere i produttori americani e di altri paesi dall’enorme offerta di chip di questo genere da parte della Cina, citando potenziali rischi per la sicurezza nazionale e le infrastrutture critiche.

L’indagine della Sezione 301 consente al Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti di determinare se le azioni della Cina siano “irragionevoli” o “discriminatorie” e se gravano sul commercio degli Stati Uniti. Se tali conclusioni fossero confermate, la futura amministrazione potrebbe imporre tariffe di ritorsione o limitare le importazioni. Poiché si prevede che l’indagine durerà diversi mesi, la decisione se imporre tariffe più elevate su questi chip sarà lasciata al presidente entrante, Donald Trump.

Al momento su questi chip grava un dazio del 25% che passerà al 50% dal primo gennaio 2025.

Le preoccupazioni degli Stati Uniti sulla dipendenza dalla catena di fornitura

I chip legacy, come evidenziato nel rapporto, svolgono un ruolo fondamentale in una varietà di applicazioni, tra cui veicoli elettrici ed elettrodomestici. Sono ampiamente utilizzati in beni essenziali di uso quotidiano come automobili, lavatrici, dispositivi di comunicazione e apparecchiature mediche.

La Segretaria al Commercio degli Stati Uniti Gina Raimondo ha dichiarato che la ricerca del suo dipartimento ha dimostrato che due terzi dei prodotti statunitensi che utilizzano semiconduttori contengono chip cinesi legacy e che metà delle aziende statunitensi non conosce l’origine dei propri chip, comprese alcune aziende del settore della difesa.

Il ministero del commercio cinese ha affermato in una dichiarazione che l’indagine sui chip degli Stati Uniti era “protezionista” e avrebbe danneggiato le aziende americane e sconvolto la catena di fornitura globale dei chip. Ha anche affermato che Pechino avrebbe “adottato tutte le misure necessarie per difendere fermamente i propri diritti e interessi”.

Secondo un rapporto di TrendForce, società di consulenza e ricerche di mercato, la quota di capacità di processo maturo detenuta dalle fonderie cinesi tra le prime dieci fonderie globali supererà il 25% nel 2025, con il maggiore aumento di capacità nei nodi 28/22nm.