L’obiettivo dichiarato è chiaro: concentrare le risorse su settori con margini più elevati e un potenziale di crescita più rapido, come PC e data center.
Intel ha annunciato la chiusura della sua unità dedicata ai chip automobilistici, segnando un cambio significativo di rotta sotto la guida del nuovo CEO Lip‑Bu Tan. La divisione, con sede principale a Monaco di Baviera e responsabile di chip destinati a oltre 50 milioni di veicoli nel mondo, sarà interamente dismessa, con la maggior parte del personale interessato da licenziamenti.
Il blocco dell’attività automotive, definito “non centrale” da Intel stessa, rientra in un piano più vasto di riduzione dei costi e riordino operativo: in programma il taglio del 15÷20% dei dipendenti globali, con oltre 10.000 esuberi previsti, oltre a una riorganizzazione della divisione Foundry e della rete di marketing. L’obiettivo dichiarato è chiaro: concentrare le risorse su settori con margini più elevati e un potenziale di crescita più rapido, come PC e data center.
Cosa lascia Intel e cosa resta
Intel si impegna a gestire ordinatamente i contratti esistenti con i produttori automobilistici, anche durante le attività di chiusura. Tuttavia, segni evidenti del cambio di direzione emergono nei dettagli: la divisione includeva sviluppo di SoC per infotainment, sistemi di sicurezza e potenza, e anche chip grafici Arc destinati all’auto. Oltre alla squadra di Monaco, è previsto che circa 107 dipendenti verranno licenziati in California a partire da metà luglio. Chi resta fuori dal piano è Mobileye, la società specializzata in guida autonoma acquisita da Intel nel 2017 ma poi quotata separatamente. Mobileye continuerà a operare con autonomia, poiché segue un percorso strategico diverso.
Secondo i dirigenti di Intel, la scelta riflette la necessità di ridurre variabili operative, evitare sprechi e focalizzare l’azienda su aree di maggiore valore. Nel 2024 l’azienda ha chiuso con perdite record — oltre 18 miliardi di dollari — spingendo la nuova leadership a percorrere una strada più pragmatica rispetto ai progetti di espansione indiscriminata del passato.
Implicazioni per il mercato dei chip automotive
L’uscita di scena di un player storico come Intel ridisegna la mappa competitiva dei semiconduttori automotive. I principali beneficiari di spazio e contratti potrebbero essere aziende come Nvidia, Qualcomm, Infineon, NXP e Renesas, tutte già attive nei SoC e nelle piattaforme per veicoli connessi. Nel frattempo, gli OEM automobilistici dovranno rivedere piani e fornitori, valutando alternative anche sul fronte della sicurezza e della gestione dell’intero stack hardware-software.
Il piano di riduzione e riorganizzazione di Intel – definito “piano pragmatico” dal CEO Tan – ha già fatto risparmiare circa 500 milioni di dollari solo nel 2025, con ulteriori tagli previsti per il 2026. Con la rimozione di costi nel business poco profittevole dell’automotive e una maggiore concentrazione su PC AI‑ready e data center, Intel punta a migliorare margini e performance nel medio termine.
In sintesi, Intel segna netto il passaggio: fuori dal segmento automotive, dentro in modo deciso in quello AI‑PC e infrastrutture cloud. Una scelta intensa, ma coerente con l’esigenza di riportare competitività e redditività a una delle storiche colonne del silicio. Resta da vedere come reagiranno partner e clienti automobilistici, e quale spazio si aprirà per gli altri player del comparto.