giovedì, Febbraio 13, 2025
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Anche nel comparto degli strumenti per la produzione di chip, è l’intelligenza artificiale a spingere le vendite

Strumenti per la produzione di chip

La forte domanda di impianti per la produzione e il test di semiconduttori avanzati, insieme all’acquisto massiccio di macchinari da parte della Cina, ha spinto le vendite degli strumenti per la produzione di chip nel 2024 a livelli record. Prima della diffusione dei dati di bilancio delle principali aziende del settore, ecco un’analisi delle loro performance di borsa di quest’anno.

Il 2024 si è rivelato un anno straordinario per molte aziende che producono impianti per la fabbricazione e il collaudo di semiconduttori. La corsa della Cina verso l’autosufficienza nel settore dei chip ha rappresentato il principale motore di una domanda in forte crescita, sostenuta anche dagli sforzi di Stati Uniti e Giappone per rilanciare la produzione locale di semiconduttori, con un focus particolare su quelli avanzati. Anche Taiwan e Corea del Sud hanno contribuito alla crescita grazie alle loro fonderie e alle fabbriche di chip di memoria, impegnate a soddisfare la crescente richiesta di sistemi per l’intelligenza artificiale, oltre che di processori per smartphone e personal computer.

Le vendite globali nel 2024 hanno raggiunto i 113 miliardi di dollari, in aumento del 6,5% rispetto al 2023. Gli analisti prevedono che il trend positivo continuerà negli anni successivi, con vendite stimate a 121 miliardi di dollari nel 2025 e 139 miliardi nel 2026, trainate sia dai segmenti front-end che back-end.

Strumenti per la produzione di chip

Vendite globali di strumenti per la produzione e il test di semiconduttori 2023-2026: i dati e le previsioni di SEMI.

Nei prossimi anni, saranno principalmente i produttori di chip legati all’intelligenza artificiale (GPU, XPU e memorie HBM) a sostenere la domanda di impianti e macchinari. Tuttavia, la Cina, che negli ultimi anni ha effettuato ingenti acquisti per attrezzare le numerose fabbriche in costruzione e anticipare ulteriori restrizioni commerciali da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati, potrebbe rallentare la sua corsa. Nonostante i recenti progressi, i produttori cinesi di attrezzature sono ancora in forte ritardo rispetto ai leader di mercato occidentali, sia dal punto di vista tecnologico che produttivo, e dipendono quasi completamente dalle forniture estere.

Se il futuro appare decisamente roseo per il comparto nel suo complesso, non tutte le aziende hanno saputo o sapranno approfittare delle tendenze che guideranno la crescita nei prossimi anni, come dimostrano il report sulle performance di borsa che abbiamo elaborato per offrire una fotografia del settore, in attesa dei risultati finanziari dell’anno 2024.

Come già evidenziato nel report dedicato ai produttori di semiconduttori, le performance di borsa del 2024 riflettono questa disomogeneità: alcune aziende hanno registrato aumenti vicini al 100%, mentre altre hanno subito perdite fino al 60%.

In generale, le grandi aziende (quelle con una capitalizzazione di mercato più alta, indicate in blu nei grafici) hanno ottenuto performance lievemente positive. Applied Materials ha registrato un aumento del 2,9%, ASML dello 0,4% e KLA Corporation del 10,9%, dopo aver raggiunto picchi significativi a metà anno. Tuttavia, previsioni di rallentamento in Cina, tensioni geopolitiche e difficoltà nei settori industriale e automotive hanno prodotto un’inversione di tendenza, cancellando i guadagni di metà anno.

Un’eccezione degna di nota è stata la giapponese Advantest, specializzata nei sistemi di collaudo per chip, che ha chiuso l’anno con un guadagno del 91,7%. 

L’importanza dei sistemi di test nell’era dell’AI

Con l’evoluzione della tecnologia dei semiconduttori, aumentano i costi e la difficoltà di produzione. I fabbricanti di chip, specie di quelli più avanzati che richiedono complessi processi di packaging, devono trovare i prodotti difettosi sin dalle prime fasi della produzione per evitare che i processi successivi vengano vanificati da elementi difettosi. Anche i chiplet nel loro insieme vanno attentamente collaudati, rendendo molto più complesso l’intero processo di testing.

Tutte queste problematiche sono state affrontate con maggior efficacia da Advantest, l’azienda che si è maggiormente distinta n questo settore, superando la storica rivale, la statunitense Teradyne.

Le due società detengono una quota di mercato globale del testing di circa l’80%, con Advantest stimata al 50% e Teradayne scesa al 30%, grazie soprattutto ai sistemi di test per i semiconduttori più complessi, ovvero per quelli utilizzati nella produzione di processori per l’intelligenza artificiale. Proprio per questo motivo, in molti legano le sorti di Advantest a quelle di NVIDIA, principale cliente dell’azienda giapponese..

Advantest ha consolidato la sua leadership nelle vendite globali grazie ad elevati investimenti in R&S (circa il 13% delle vendite), oltre che ad alcune acquisizioni strategiche, la più importante delle quali è stata quella di Verigy per 1,1 miliardi di dollari, che ha portato in dote ad Advantest  apparecchiature di test per SoC all’avanguardia come la serie V93000.

Poche settimane fa, Advantest è entrata anche nel capitale sociale dell’italiana Technoprobe con una quota del 2,5% del capitale, dopo che quest’ultima aveva stretto accordi di partnership con Teradyne, cedendo all’azienda statunitense il 10% del capitale sociale.

Advantest ha aumentato le sue previsioni di vendite per le apparecchiature di test SoC per l’anno fiscale 2025 a 324 miliardi di yen (2,1 miliardi di USD), una cifra che rappresenta oltre la metà delle sue previsioni di entrate complessive di 640 miliardi di yen (+31,9% anno su anno) per l’anno fiscale in corso.

Strumenti per la produzione di chip

Andamento delle vendite trimestrali 2022-2024 di Advantest per segmento.

Secondo le stesse previsioni, l’utile netto relativo all’anno fiscale 2025 (che terminerà il 31 marzo 2025), crescerà del 96% a quota 122 miliardi di yen.

Tutto ciò spiega l’impennata delle azioni di Advantest che nel 2024 hanno messo a segno una crescita del 91,7% contro il 18,4% di Teradyne.

L’avanzata delle aziende cinesi

Anche in questo settore, la Cina ha messo in campo ingenti risorse per raggiungere l’autosufficienza, pur rimanendo ancora molto forte il divario tra le aziende occidentali e quelle cinesi, valutato in 10÷15 anni. Nel corso del 2024 la Cina ha acquistato quasi la metà della produzione mondiale di strumenti e sistemi, una quota impressionante, specialmente se si tiene conto che alla Cina è precluso l’acquisto delle apparecchiature più avanzate e più costose come gli scanner litografici EUV e EUV High-NA. Ebbene, il 95% delle macchine acquistate dai fab cinesi era di provenienza estera.

Nel nostro report appaiono due sole società cinesi, NAURA (+ 67,8%), e AMEC (+28,5%), mentre non è presente SMEE (Shanghai Micro Electronics Equipment Group), specializzata in scanner litografici e strumenti di ispezione, sulla quale la Cina punta molto per rompere l’egemonia occidentale nel settore degli scanner litografici che rappresentano il “cuore” dell’intero processo produttivo dei chip. La società non appare nel report in quanto non quotata.

Prima del 2023, lo scanner più avanzato di SMEE, l’SSA600, era in grado di supportare la produzione di chip di classe 90 nm. Lo scanner utilizza la tecnologia DUV con laser ad eccimeri al fluoruro di argon (ArF) da 193 nm.



Secondo alcune indiscrezioni, l’evoluzione di questa serie avrebbe portato alla produzione di un modello (SSA800x) in grado di supportare i processi a 28 nm. Oltre a questo importante traguardo (la tecnologia a 28 nm consente la produzione di tutti i chip “maturi”), l’aspetto più importante riguarda la componentistica utilizzata, che sarebbe tutta di origine cinese, per una filiera produttiva al 100% nazionale, al riparo da eventuali sanzioni statunitensi.

Tuttavia, alla luce delle consistenti importazioni di scanner DUV da parte della Cina nel 2024, queste voci appaiono poco attendibili.

Altre indiscrezioni raccontano dello sforzo di SMEE e di altre entità cinesi per produrre scanner EUV, indispensabili nella fabbricazione di chip con nodo di processo sub 5 nm. Queste voci si sono rafforzate dopo che SMEE ha depositato agli inizi del 2024 un brevetto relativo ad uno scanner litografico EUV. Anche in questo caso, tuttavia, siamo ben lontani dalla produzione commerciale di macchine di questo tipo che hanno richiesto ad ASML oltre 15 anni di sviluppo e che impiegano tecnologie uniche, americane ed europee, attualmente non alla portata della Cina.

Tutto ciò non significa che il paese del Dragone, esattamente come sta avvenendo nella produzione di front-end, non possa raggiungere in pochi anni l’autosufficienza nei chip maturi e nelle macchine che servono a sostenere questo genere di produzione, affrancandosi per una discreta quota di mercato dalle forniture estere. Così come non è escluso che i produttori cinesi, una volta saturato il mercato interno possano attaccare i mercati esteri con questi prodotti, chip maturi e strumenti, con la forza (e i prezzi) che hanno messo in campo in altri settori, dalle energie rinnovabili alle automobili.

I big del settore

Il mercato degli strumenti di produzione di chip è stato dominato da un piccolo gruppo di aziende americane e giapponesi, oltre che dalla olandese ASML, attualmente l’unica azienda al mondo in grado di produrre e fornire sistemi litografici EUV.

Tutte, nel corso del 2024, hanno conseguito risultati finanziari positivi e le performance di borsa ne testimoniano il discreto stato di salute.

Su questo comparto tuttavia, più che in altri, pesa la forte dipendenza delle vendite in Cina, la cui politica di autosufficienza tecnologica potrebbe giocare brutti scherzi. Anche la volontà degli Stati Uniti di impedire il rafforzamento tecnologico cinese potrebbe sfociare in restrizioni ancora più pesanti.

Tra i big americani, KLA Corporation è quella che ha guadagnato di più (+10,9%), dopo aver raggiunto picchi del +47% nel corso dell’anno, sulla scia di vendite e utili in crescita.

Applied Materials, l’azienda americana di maggior valore con una capitalizzazione di borsa di circa 135 miliardi di dollari, ha chiuso l’anno con un incremento del 2,9% dopo aver raggiunto massimi del +50% a luglio. Nel 2024 i ricavi e gli utili dell’azienda sono stati leggermente superiori all’anno passato.

L’altro colosso americano, Lam Research, ha chiuso l’anno in calo del 6,3%, con ricavi in ripresa rispetto all’anno precedente ma ancora molto lontani dai record del 2023 e del 2022.

In Giappone, la prima azienda del settore, TOKYO Electron, ha chiuso l’anno in calo del 4,2% a causa di vendite piatte, in ogni caso inferiori rispetto agli anni 2023 e 2022.

Sui risultati delle aziende giapponesi ha pesato anche la debolezza dello yen.

L’unica società che ha chiuso l’anno con una performance positiva (a parte Teradyne di cui ci siamo già occupati) è DISCO (+22,2%), forte della sua posizione di leadership mondiale nelle attrezzature per cutting, grinding e polishing di wafer.

Nel nostro report non sono presenti alcune importanti aziende giapponesi come Canon, Nikon e Hitachi che producono attrezzature per la produzione di semiconduttori ma che operano anche in molti altri settori rendendo difficili i raffronti.



ASML, la regina incontrastata del settore

Con i suoi 290 miliardi di capitalizzazione di borsa, ricavi in forte crescita e una posizione di monopolio nei sistemi EUV e NA-EUV, ASML ha chiuso l’anno con un guadagno di borsa di appena lo 0,4% dopo aver toccato picchi del +41%.

Più di qualsiasi altra società del settore, ASML è soggetta alle politiche commerciali e di sicurezza del governo di Washington che sta cercando di limitare le vendite di attrezzature avanzate alle aziende cinesi nel tentativo di bloccarne la crescita, forte del fatto che molte tecnologie e molti componenti utilizzati nelle macchine di ASML sono di origine americana.

Da sempre, ASML non può vendere sistemi EUV alla Cina necessari per la produzione dei chip più avanzati (sub 5 nm). Quest’anno tuttavia, il governo degli Stati Uniti ha messo sotto osservazione anche i sistemi DUV che fino a pochi anni fa venivano utilizzati per la produzione di chip con nodo di processo ≥ 10 nm e che l’evoluzione tecnologica e l’utilizzo di processi multi-patterning ha reso idonei (seppure con rese inferiori) alla produzione di chip a 7 e 5 nm. Le restrizioni che ne sono seguite e le continue revisioni delle norme da parte degli Stati Uniti, rischiano di fare perdere ad ASML parte dell’importante mercato cinese.

È proprio questo balletto tra nuove norme, voci di ulteriori restrizioni e, per ultimo, la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane, ad aver caratterizzato l’andamento del titolo ASML nel 2024.

L’azienda ha confermato ricavi compresi tra 44 e 60 miliardi di euro per il 2030, pur abbassando le stime di vendite per il 2025 a 30÷35 miliardi di euro. È stata proprio quest’ultima previsione che ha provocato il recente calo di borsa portando ad una chiusura d’anno praticamente invariata rispetto al 2023.

L’altra importante azienda olandese che opera in questo settore, ASM International, ha chiuso il 2024 con una performance del +20,4% grazie alla crescita di fatturato e utili. Ricordiamo che ASM International ha acquistato nel 2022 l’italiana LPE Spa, leader nella produzione di reattori epitassiali.

Le performance dell’italiana Technoprobe

L’unica azienda italiana presente in questo report è la brianzola Technoprobe, leader mondiale nella progettazione e produzione di probe card utilizzate nel testing dei semiconduttori e quotata alla borsa di Milano.

Technoprobe ha chiuso il 2024 con una performance decisamente negativa, a quota 5,70 euro per azione, in calo del 33,4%, rispetto alle quotazioni di fine 2023, e dopo aver toccato una valutazione massima di 9,71 euro nei primi mesi dell’anno.

A confronto, la principale concorrente di Technoprobe in questo settore, l’americana FormFactor, ha visto le proprie azioni salire del 10,1%.

Nonostante il calo di borsa, per l’azienda fondata da Giuseppe Crippa il 2024 è stato un anno di ripresa dopo i numeri negativi del 2023, anno durante il quale i ricavi sono scesi del 25,4% e l’utile netto è calato del  34,3%.

Nel 2024 i mercati finali industriale a automotive sono rimasti ancora molto deboli ma, grazie anche agli accordi con Teradyne, Technoprobe ha saputo beneficiare della forte richiesta delle forniture legate all’intelligenza artificiale.

L’ultimo report finanziario disponibile, evidenzia ricavi in crescita del 25,9% grazie all’allargamento del perimetro di consolidamento relativa all’inclusione di Harbor Electronics e DIS Tech, aziende di recente acquisizione, quest’ultima nell’ambito dell’accordo strategico con Teradyne.

Technoprobe dovrebbe chiudere l’anno fiscale 2024 con un fatturato di circa 535÷540 milioni di euro, in crescita del 24%, riportandosi ai livelli del 2022.

Purtroppo, in questa fase di transizione verso nuovi prodotti, il margine operativo e l’utile netto non sono cresciuti con lo stesso ritmo e questo potrebbe spiegare il calo dei corsi azionari.

Dopo l’accordo con Teradyne, che ha aiutato l’azienda a entrare in nuovi mercati, pochi giorni fa Technoprobe ha sottoscritto una partnership strategica anche con la giapponese Advantest che, come abbiamo visto, è la società che ha saputo sfruttare al meglio le opportunità offerte dal boom dei chip per l’intelligenza artificiale.

La collaborazione con le due più importanti aziende globali di testing ha sorpreso i mercati visto che Advantest e Teradyne sono in forte concorrenza tra loro, ed ora si trovano ad essere entrambe azioniste di Technoprobe.

Un cambio di cavallo o un tentativo di sfruttare  entrambi i mercati – quello americano e quello asiatico – in forte crescita?

In ogni caso, un fatto decisamente inusuale che speriamo porti solamente vantaggi all’azienda italiana.