mercoledì, Ottobre 29, 2025

STMicroelectronics: quasi -19% in tre giorni. Quanto pesa il crollo del Power & Discrete

STMicroelectronics: crollo del Power & Discrete

Nel terzo trimestre le vendite Power & Discrete calano del 34,3% su base annua e il margine operativo va in rosso per 67 milioni di dollari. La domanda debole raffredda le ambizioni nel SiC e, nonostante il messaggio rassicurante del management, potrebbe rallentare gli investimenti a Catania.

Giovedì scorso STMicroelectronics ha presentato i risultati del terzo trimestre 2025, che hanno segnato il ritorno all’utile dopo il primo “rosso” in nove anni registrato nel secondo trimestre.
Nonostante ciò, i mercati hanno punito il titolo: -14,2% nella stessa giornata e, complessivamente, quasi -19% negli ultimi tre giorni della scorsa settimana. Alcuni analisti hanno rivisto le valutazioni: Barclays ha abbassato il target price a 20 euro, confermando la raccomandazione “Underweight”.

I segnali positivi non bastano

I segnali favorevoli non sono mancati: ritorno all’utile, crescita dei ricavi, book-to-bill tornato sopra 1, indicazioni positive per il quarto trimestre, acquisizione della divisione MEMS di NXP e una posizione patrimoniale ancora solida. Sul fronte della governance, l’ingresso nel Consiglio di Sorveglianza di Orio Bellezza e Armando Varricchio lascia intravedere la fine dei contrasti tra componente italiana e francese; in questa cornice si inserisce anche il ritiro degli esuberi ad Agrate Brianza annunciato pochi giorni fa.
Perché, allora, la correzione così severa? Il giudizio prevalente degli analisti, al di là dei numeri, è che le prospettive di crescita restino troppo deboli, come suggeriscono anche toni più prudenti del management rispetto a tre mesi fa. E, come sappiamo, chi investe in borsa guarda ai risultati che l’azienda sarà in grado di garantire tra 3, 6 o più mesi, anziché al valore attuale. A maggior ragione, questo atteggiamento vale per le aziende che offrono una scarsa remunerazione agli azionisti, come STMicroelectronics.



Outlook debole e obiettivi più lontani

Dopo la debacle seguita ai conti del secondo trimestre (il primo in perdita dopo nove anni), gli investitori erano tornati sul titolo confidando in una ripresa nella seconda metà dell’anno, spingendo le quotazioni oltre 26 euro. Oggi, con un tono più cauto, uno scenario analogo appare meno probabile nel breve periodo. Ne risente anche la traiettoria dell’obiettivo di 18 miliardi di ricavi al 2027/28, che sembra allontanarsi.
A raffreddare le aspettative ha contribuito anche Texas Instruments, che martedì ha indicato una crescita più lenta per il comparto e ha richiamato l’incertezza su dazi e le tensioni USA-Cina; peraltro TI e Analog Devices sono al centro di un’indagine antidumping del Ministero del Commercio cinese sui chip analogici.

Capex giù e margine sotto pressione

Nel caso di ST, la maggiore cautela emerge anche dalla riduzione del Capex 2025, ora sotto i 2 miliardi di dollari, misura volta a rafforzare la cassa.
Tra i dati oggettivi che hanno pesato sul sentiment, va citato il margine lordo, che non ha raggiunto gli obiettivi medi dell’azienda.



Power & Discrete in caduta: l’effetto SiC

Un punto critico della trimestrale è il crollo del Power & Discrete, ambito su cui ST ha costruito grandi aspettative (in particolare nel carburo di silicio, segmento in cui è ancora leader mondiale).
I ricavi del comparto sono scesi del 34,3% a 429 milioni di dollari, con margine operativo in rosso per 67 milioni. Un anno fa il Power & Discrete valeva il 20% del fatturato ST, oggi è al 13%.
In Conference Call, Jean-Marc Chéry, Lorenzo Grandi e Marco Cassis hanno attribuito la debolezza soprattutto alla transizione a Catania dai 150 ai 200 mm. “Il 2026 sarà per il SiC un anno di crescita perché il 2025 è stato un anno di transizione, con venti contrari legati a un cliente specifico e a programmi europei avanzati più lentamente del previsto”, ha dichiarato Jean-Marc Chéry.
La velocità della transizione a 200 mm dipende dall’intensità degli investimenti; tuttavia, come visto, ST prevede Capex in rallentamento quest’anno.

Competizione cinese, accordo con Sanan e rischio cannibalizzazione

Per quanto riguarda il carburo di silicio, pesano la pressione competitiva cinese e l’obiettivo, soprattutto nell’automotive, di ridurre la dipendenza da forniture occidentali. In questo contesto, anche le iniziative cinesi di ST – nello specifico l’accordo con Sanan – potrebbero ridurre il potenziale mercato di sbocco per i prodotti SiC fabbricati a Catania, mentre è ancora tutto da dimostrare il contributo di tali partnership alla crescita dei ricavi e degli utili del gruppo.

A questo si somma una concorrenza internazionale sempre più agguerrita – da Infineon a onsemi – che punta con decisione anche sulle nuove opportunità di mercato, come il supporto alla nuova architettura HVDC da 800 V di NVIDIA.

Da opportunità a incognita

Non più tardi di due anni fa, il carburo di silicio appariva come la più grande opportunità di crescita per STMicroelectronics; oggi rischia di trasformarsi in una variabile critica. La domanda debole, la transizione produttiva e la pressione competitiva stanno raffreddando le ambizioni e potrebbero ritardare gli investimenti sull’hub di Catania.