Boom in Borsa dopo gli annunci al GTC di Washington e la presentazione del superchip Vera Rubin. Il CEO Jensen Huang prevede 500 miliardi di dollari di vendite combinate per le GPU Blackwell e Rubin.
L’euforia intorno a NVIDIA continua a crescere.
Dopo la presentazione della nuova generazione di chip Vera Rubin al GTC di Washington, il titolo del colosso californiano ha chiuso la giornata di martedì con un balzo di quasi il 5 %, superando per la prima volta nella sua storia la soglia psicologica dei 200 dollari per azione.
Alla fine, il titolo ha chiuso a 201,03 dollari ma durante le contrattazioni ha raggiunto il livello record di 203,15 dollari; la corsa non si è fermata nel dopo borsa con la quotazione che ha toccato i 204,43 dollari.
Una impennata che porta la capitalizzazione del gruppo guidato da Jensen Huang a sfiorare i 5 trilioni di dollari, consolidando la posizione di NVIDIA come l’azienda tecnologica più capitalizzata al mondo.
Huang: “Non è una bolla AI, è una nuova rivoluzione industriale”
Durante il suo keynote al GTC di Washington, Huang ha liquidato con decisione le voci su una presunta “bolla dell’intelligenza artificiale”, affermando che “non si tratta di una fase speculativa, ma di una vera e propria rivoluzione industriale, trainata dal calcolo accelerato”.
Il CEO ha annunciato che le piattaforme Blackwell (lanciate a marzo) e Vera Rubin (presentate ufficialmente al GTC) rappresentano due generazioni complementari di GPU e CPU progettate per sostenere la prossima ondata di applicazioni AI generative, calcolo scientifico e simulazione fisica su larga scala.
Huang ha anche indicato una proiezione di vendite combinate fino a 500 miliardi di dollari per i chip delle famiglie Blackwell e Vera Rubin nei prossimi anni. Una cifra che, se confermata, consoliderebbe il dominio di NVIDIA nel mercato globale delle GPU, con vendite ad oggi stimate in circa 130 miliardi di dollari annui.
Vera Rubin: la nuova frontiera del calcolo accelerato
Il nuovo superchip Vera Rubin, che prende il nome dall’astronoma statunitense pioniera nello studio della materia oscura, è stato definito da Huang come “la piattaforma per l’AI fisica e il mondo sintetico”.
Costruito sul processo a 3 nanometri di TSMC, Rubin integra in un unico package CPU, GPU e memoria ad altissima larghezza di banda, superando per potenza e efficienza energetica l’attuale architettura Blackwell.
NVIDIA ha dichiarato che Rubin sarà disponibile in più configurazioni:
- Rubin 200 per data center general-purpose;
- Rubin 400 ottimizzato per carichi di lavoro AI e HPC (High-Performance Computing);
- Rubin Grace con CPU ARM integrate per applicazioni di edge computing e supercalcolo scientifico.
Rubin offrirà una larghezza di banda di memoria superiore a 10 TB/s e un’efficienza per watt migliorata del 40% rispetto a Blackwell.
La scheda madre integrerà una CPU Vera con due GPU Rubin, supporterà fino a 32 canali di memoria LPDDR e sarà dotata di memoria HBM4 ad alta larghezza di banda sulle GPU.
Le prime spedizioni ai partner OEM sono previste per la seconda metà del 2026.
Il boom della domanda AI e la “corsa all’inferenza”
Il mercato AI non mostra segni di rallentamento. Huang ha spiegato che “la domanda globale di capacità di calcolo per l’inferenza AI sta esplodendo” e che le GPU NVIDIA vengono ormai utilizzate non solo per l’addestramento dei modelli, ma anche per eseguirli in tempo reale su larga scala.
Il CEO ha definito questa fase come “la seconda ondata dell’AI”, in cui ogni settore industriale, dall’automotive alla sanità, dal design alla robotica, adotterà modelli multimodali generativi come strumenti quotidiani.
“Il calcolo accelerato è diventato il nuovo motore della produttività mondiale”, ha detto Huang. “Ogni data center diventerà una AI factory”.
Le tensioni con la Cina e la nuova strategia di produzione “Made in USA”
Nel corso del GTC di Washington, Jensen Huang ha affrontato anche il tema più delicato per NVIDIA: le relazioni con la Cina, un mercato un tempo strategico e oggi quasi completamente chiuso ai prodotti dell’azienda americana.
Huang ha dichiarato che NVIDIA non ha presentato alcuna richiesta di licenza di esportazione per i suoi nuovi chip destinati al mercato cinese, a causa delle restrizioni e delle tensioni politiche in corso.
“Hanno chiarito che non vogliono NVIDIA lì, almeno per ora,” ha detto Huang ai giornalisti, aggiungendo di sperare che “la situazione possa cambiare in futuro, perché la Cina resta un mercato fondamentale per l’industria globale dei semiconduttori.”
La dichiarazione conferma un raffreddamento drastico dei rapporti commerciali con Pechino. A settembre, le autorità cinesi avevano infatti accusato NVIDIA di violazione delle leggi anti-monopolio, dopo che l’amministrazione Trump aveva firmato un controverso accordo di condivisione dei ricavi che consentiva al produttore americano di esportare versioni modificate dei chip H2O.
Da allora, la quota di mercato cinese di NVIDIA è crollata dal 95% a praticamente zero, secondo fonti di settore.
In risposta, l’azienda ha accelerato la strategia di produzione localizzata negli Stati Uniti. Huang ha ricordato che le GPU Blackwell – il cuore dei data center AI di nuova generazione – vengono ora prodotte in Arizona negli stabilimenti TSMC, con server assemblati in Texas e apparecchiature di rete costruite in California.
Una mossa che rafforza il legame con la catena di fornitura americana e risponde alle richieste di Washington di riportare la produzione tecnologica critica sul suolo nazionale.
“Il futuro dell’AI non può dipendere da catene di approvvigionamento fragili o da tensioni geopolitiche,” ha detto Huang. “Per questo stiamo investendo per rendere la nostra infrastruttura più resiliente e completamente integrata negli Stati Uniti.”
Mercati e investitori: il titolo sfiora i 5 trilioni di dollari
Gli annunci di ieri hanno riacceso l’entusiasmo degli investitori. A Wall Street, il titolo NVDA ha registrato scambi record e un rialzo settimanale superiore al 10%.
Gli analisti di Wedbush e Morgan Stanley hanno alzato i target price rispettivamente a 230 e 240 dollari, sostenendo che “la pipeline di ordini AI è molto più robusta del previsto”.
La capitalizzazione di mercato ha quasi raggiunto i 5 trilioni di dollari, un target che in molti avevano previsto per il 2026 ma che NVIDIA ha raggiunto con largo anticipo. Nel 2024 il titolo ha guadagnato oltre il 45%, con una crescita trainata dai margini record delle divisioni Data Center e AI Cloud.
Le altre novità del GTC di Washington
Il keynote di Huang è stato anche l’occasione per una serie di altri annunci chiave:
- Supercomputer per il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti: NVIDIA costruirà sette nuovi supercomputer AI per il DOE (Dipartimento dell’Energia), con un valore complessivo di 500 miliardi di dollari. Questi sistemi saranno utilizzati per la ricerca sull’energia e lo sviluppo dell’arsenale nucleare.
- Sistema Solstice: In collaborazione con Oracle, NVIDIA fornirà ad Argonne National Laboratory, un laboratorio del DOE, il supercomputer AI più grande del dipartimento. Il sistema, denominato Solstice, utilizzerà 100.000 chip Blackwell.
- Infrastruttura AI nazionale: La collaborazione con il DOE e altre aziende private mira a creare un’infrastruttura AI nazionale, favorendo la crescita economica e l’innovazione scientifica.
- AI native 6G: Attraverso una partnership con Nokia, NVIDIA svilupperà la tecnologia 6G utilizzando la sua piattaforma ARC. Nokia integrerà le piattaforme NVIDIA per creare nuovi prodotti AI-RAN.
- Partnership con Uber per supportare l’espansione globale dei robotaxi e l’ecosistema Level 4 sfruttando la piattaforma NVIDIA DRIVE AV e l’architettura DRIVE AGX Hyperion 10.
- Collaborazione con Lilly, azienda pioniera nel campo della medicina che sta implementando la più grande e potente fabbrica AI interamente posseduta e gestita da un’azienda farmaceutica: costruita con 1.016 GPU NVIDIA Blackwell Ultra, la fabbrica di intelligenza artificiale è pronta a comprimere i tempi di scoperta dei farmaci e a consentire progressi accelerati nella genomica, nella medicina personalizzata e nella progettazione molecolare su scala industriale.
- NVIDIA e General Atomics promuovono l’energia da fusione commerciale. Con il supporto di UC San Diego, Argonne e NERSC, forniscono un gemello digitale ad alta fedeltà per la ricerca sull’energia da fusione.
- Collaborazione con Palantir che sta integrando il calcolo accelerato NVIDIA, le librerie NVIDIA CUDA-X e i modelli open source NVIDIA Nemotron nel suo framework Ontology, al centro della piattaforma di intelligenza artificiale Palantir.
- NVQLink: È un’architettura di sistema, aperta, che integra l’accelerazione delle GPU di NVIDIA con i processori quantistici. L’obiettivo è costruire supercomputer quantistici accelerati e favorire la leadership nel settore quantistico.
- Omniverse DSX Blueprint: NVIDIA ha lanciato Omniverse DSX Blueprint, un progetto per la creazione e la gestione di “AI factory” su larga scala, supportando l’ecosistema di infrastrutture AI.
- IGX Thor: È stato annunciato il processore robotico NVIDIA IGX Thor, progettato per portare l’AI fisica in tempo reale a livello industriale e medico.
- Nuovi modelli e SDK: L’azienda ha rilasciato nuovi modelli, strumenti e kit di sviluppo software (SDK) per sviluppatori e startup.
- Networking avanzato: È stata introdotta una nuova tecnologia di rete ad alte prestazioni, con la presentazione del ConnectX-9 Spectrum-X SuperNIC che offre 1,6Tb/s.
Un futuro ancora più verde (e più potente)
Huang ha ribadito l’impegno di NVIDIA verso l’efficienza energetica, annunciando che le architetture Rubin e le future piattaforme Rubin Next ridurranno del 30% il consumo energetico a parità di prestazioni rispetto alle GPU Blackwell.
“La prossima generazione di superchip sarà non solo più potente, ma anche più sostenibile”, ha dichiarato. “Stiamo costruendo computer che potranno simulare il mondo reale in tempo reale, accelerando scienza, industria e creatività umana”.



