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L’industria dei semiconduttori USA chiede all’amministrazione Biden finanziamenti per rilanciare la produzione nazionale di chip

Un folto gruppo di produttori di chip statunitensi ha inviato l’11 febbraio una lettera al presidente americano Joe Biden esortandolo a fornire “finanziamenti sostanziali per incentivare la produzione locale di semiconduttori” nell’ambito dei piani di ripresa economica e infrastrutturale.

La lettera, inviata dalla Semiconductor Industry Association (SIA), è firmata dagli amministratori delle venti principali aziende statunitensi del settore, Intel, Qualcomm, Micron Technology, AMD, Texas Instruments, Analog Devices, e altre ancora.

L’iniziativa nasce in un periodo molto particolare per l’industria dei semiconduttori caratterizzato da una carenza globale di chip che ha interessato principalmente i dispositivi per l’automotive, bloccando le linee di molte fabbriche e facendo perdere miliardi di profitti alle case automobilistiche. Le scarsità di semiconduttori ha coinvolto anche altri settori, come quelli delle schede grafiche e dei videogiochi.

Moltissimi di questi circuiti integrati vengono prodotti nelle fabbriche della Corea del Sud e di Taiwan dove è nata una fiorente industria di produttori a contratto, ovvero di aziende, le cosiddette foundry, che si limitano a produrre i chip progettati da società che non dispongono di impianti produttivi come, ad esempio, AMD, NVIDIA o Qualcomm. Ma anche di quelle società (IDM) che dispongono di linee di produzione proprie insufficienti a soddisfare le richieste dei clienti o che trovano più economico produrre all’esterno una parte dei loro chip.

La lettera, afferma che la quota statunitense di produzione di semiconduttori è scesa dal 37% del 1990 al 12% di oggi.

Ciò è in gran parte dovuto al fatto che i governi dei nostri concorrenti globali offrono incentivi e sussidi significativi per realizzare nuovi impianti di produzione di semiconduttori, mentre gli Stati Uniti non offrono alcun incentivo“, si afferma nella lettera.

L’anno scorso il Congresso ha stanziato sussidi per la produzione di chip e la ricerca sui semiconduttori, ma i legislatori devono ancora approvare questa iniziativa. Le aziende firmatarie e l’associazione che le rappresenta hanno esortato Biden a fornire tali finanziamenti al più presto, sotto forma di sovvenzioni o crediti d’imposta.

Insieme ai membri del Congresso, l’amministrazione in carica ha ora un’opportunità storica per finanziare queste iniziative e renderle reali“, si legge ancora nella lettera. “Crediamo che sia necessaria un’azione coraggiosa per affrontare le sfide che dobbiamo affrontare. Un mancato intervento comporterebbe costi elevati”.

I semiconduttori sono alla base dei progressi tecnologici in ambiti quali la sanità, le comunicazioni, le energie rinnovabili, l’informatica, i trasporti e in numerosi altri settori; le tecnologie abilitate dai chip ci hanno aiutato a mantenerci produttivi e connessi durante la pandemia“, ha affermato John Neuffer, presidente e CEO di SIA. “Investendo coraggiosamente in incentivi alla produzione nazionale di semiconduttori e iniziative di ricerca, il presidente Biden e il Congresso possono rinvigorire l’economia degli Stati Uniti creando nuovi posti di lavoro, rafforzando la sicurezza nazionale e le catene di fornitura dei semiconduttori garantendo così per gli Stati Uniti il ruolo di leader nelle tecnologie rivoluzionarie di oggi e di domani“.

Con l’emanazione l’anno scorso del CHIPS for America Act il Congresso ha riconosciuto il ruolo fondamentale che l’industria dei semiconduttori degli Stati Uniti gioca nel futuro del Paese. Ora, SIA chiede all’amministrazione Biden e al Congresso di finanziare al più presto questa iniziativa trasformandola in realtà.