venerdì, Maggio 17, 2024
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Le trimestrali riaccendono la corsa per il primato in Europa tra STMicroelectronics e Infineon Technologies

Dopo il sorpasso di STMicroelectronics nei confronti di Infineon Technologies durante il 2022, i dati finanziari dei primi tre mesi dell’anno diffusi pochi giorni fa, complice anche la rivalutazione dell’euro, hanno evidenziato il controsorpasso da parte di Infineon.

Nel primo trimestre dell’anno, STMicroelectronics ha infatti registrato vendite per 4,247 miliardi di dollari (-4% sequenziale e +19,8% rispetto al Q1 2022) mentre Infineon Technologies ha conseguito entrate per 4,119 miliardi di euro che, applicando un cambio medio nel periodo di 1,05 EUR/USD, equivalgono a 4,325 miliardi di dollari (+4% sequenziale e +25% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno), leggermente superiori a quelle di ST nei primi tre mesi dell’anno.

Elaborazione Elettronica & Mercati su dati di bilancio.

Qualora il tasso di cambio fosse rimasto ai livelli di tre mesi fa, il sorpasso non si sarebbe verificato. Purtroppo, Infineon è una delle poche società globali (insieme a quelle giapponesi) a stilare i propri bilanci in valuta locale, mentre sia ST che NXP, pur avendo la sede e le principali attività in Europa, redigono i bilanci in dollari rendendo più facile il confronto con le altre aziende.

Nonostante entrate leggermente inferiori, grazie ai margini più elevati ST resta in vantaggio per quanto riguarda l’utile netto che nel Q1 2023 ha raggiunto 1,044 miliardi di dollari (-16,3% sequenziale e +39,8% rispetto al Q1 2022) mentre Infineon ha fatto segnare un utile di 867 milioni di dollari (+13% sequenziale e +76% rispetto ad un anno fa).

Elaborazione Elettronica & Mercati su dati di bilancio.

Nell’ultimo anno sia Infineon che ST sono riuscite a migliorare i margini di profitto grazie ad un maggiore utilizzo degli impianti, a un mix di prodotti più favorevole e ad un aumento dei prezzi che ha superato quello dei costi, avvicinandosi ai margini di profitto delle aziende americane che operano nello stesso settore (Texas Instruments, Analog Devices, onsemi, Microchip Technology, ecc), tradizionalmente più alti.

Infineon ha migliorato il suo margine lordo di circa 5 punti percentuali (dal 43% al 48% circa) con il margine operativo che è cresciuto dal 23% al 28% circa. Per STMicroelectronics il margine lordo è cresciuto dal 46% al 49% mentre quello operativo è aumentato dal 24% al 28% circa.

È evidente che più ci si avvicina all’obiettivo del 50% che rappresenta il target dichiarato per entrambe le aziende, gli incrementi risultano più contenuti, dopodiché l’utile netto potrà aumentare solamente a seguito di un aumento del fatturato.



I mercati di riferimento

Le vendite globali di semiconduttori nel loro complesso hanno subito una brusca battuta di arresto a partire dalla seconda metà del 2022 a causa del crollo delle vendite di dispositivi mobili e di PC. A causa del lockdown e dell’incremento del lavoro e dello studio da remoto, nel 2020-2021 le vendite di questi strumenti erano cresciute ad un ritmo elevatissimo: tutti quanti abbiamo acquistato un nuovo PC e un nuovo smartphone per poter affrontare al meglio questa difficile situazione. A loro volta i produttori di PC e smartphone hanno fatto incetta di processori e memorie, sia per sostenere la forte domanda che per cautelarsi nei confronti di possibili problemi di fornitura. Come era logico aspettarsi, col ritorno alla normalità, le vendite di PC e smartphone sono crollate, anche a causa della crescente inflazione e della conseguente contrazione dei consumi, nonché dei limitati avanzamenti tecnologici nel periodo che non hanno certo giocato a favore di una sostituzione dei dispositivi appena acquistati.

Tutto ciò ha determinato un drammatico crollo nelle vendite di processori e memorie che rappresentano oltre il 50% del mercato dei semiconduttori; aziende come Intel e Micron hanno visto i miliardi di utili trasformarsi in miliardi di perdite. Complessivamente il mercato globale dei semiconduttori nel 2022 ha chiuso piatto, con le forti vendite del primo semestre che sono state compensate dai forti cali della seconda metà dell’anno.

Gli effetti più significativi sono previsti per quest’anno, con un calo complessivo delle vendite di semiconduttori che sarà compreso tra il 10% e il 15% a seconda degli istituti di ricerca.

Il mercato consumer rappresenta per STMicroelectronics e per Infineon una quota di vendite compresa tra il 25 e il 30% delle loro entrate complessive, ed entrambe le società hanno già evidenziato nel quarto trimestre 2022 e nel primo periodo del 2023 un significativo calo delle entrate in questo settore.

Per STMicroelectronics il comparto “Analog, MEMS and Sensors Group (AMS)” che rappresenta il 25% delle vendite complessive è calato del 20,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% rispetto ad un anno fa.

Per Infineon Technologies, il comparto “Power & Sensor Systems” che rappresenta il 22% dei ricavi è calato dell’11% rispetto al trimestre precedente ed è rimasto stabile rispetto ad un anno fa.

È presumibile che la contrazione delle entrate per questi settori si mantenga su questi livelli fino alla fine dell’anno quando questo comparto dovrebbe riprendersi leggermente per poi crescere del 20% o più nel 2024.

Come hanno fatto, dunque, ST e Infineon a incrementare le vendite (o mantenerle stabili) in questo difficile periodo?

La risposta è molto semplice: entrambe le società sono tra i principali fornitori mondiali di semiconduttori per automotive con vendite nel trimestre di 1,807 miliardi di dollari per ST (+6,5% sequenziale e +43,9 YoY) e di 2,080 miliardi di euro per Infineon (+11% sequenziale e +40% YoY).

Ovviamente le automobili prodotte in un anno nel mondo non sono aumentate del 40÷45% quanto le vendite di ST e Infineon nel settore; la produzione globale di autovetture è stabile o in leggerissima crescita a quota 90 milioni di unità circa. Quello che è aumentato e che crescerà ancora in futuro è il numero di componenti elettronici presenti in ciascuna vettura, sia per effetto dell’elettrificazione che per l’aumento dei dispositivi di assistenza alla guida e di connettività.

L’incremento annuo (il cosiddetto CAGR) del settore automotive è previsto di oltre il 10%, come evidenzia la seguente infografica di Yole Intelligence, con le indicazioni – per singolo comparto – del CAGR e del fatturato:

Le due aziende sono presenti in quasi tutti i comparti dell’automotive, con una quota molto rilevante soprattutto nell’elettronica di potenza dove Infineon Technologies è indiscusso leader mondiale con una quota di mercato del 19,7% mentre ST è al primo posto per quanto riguarda le vendite di MCU col 16,7% del mercato (le vendite riguardano anche gli altri settori, non solo quello automobilistico).

Fonte: Infineon Technologies.

All’interno di questi mercati ci sono dei comparti che crescono oltre la media come quello del carburo di silicio che nel 2022 valeva circa 2 miliardi, con STMicroelectronics leader indiscussa con circa il 40% del mercato. Si tratta di un settore molto importante per l’automotive in virtù della maggiore efficienza, della temperatura operativa più elevata e della possibilità, in buona sostanza, di realizzare sistemi di controllo più leggeri e più compatti. Tutti questi vantaggi superano ampiamente il maggior costo dei dispositivi SiC rispetto agli equivalenti prodotti in silicio. Secondo le previsioni, questo comparto crescerà con un CAGR del 34%:

Per questo motivo, entrambe le società stanno incrementando gli investimenti in questo settore sempre più strategico per le forniture automotive.

Complessivamente nel 2023 gli investimenti di STMicroelectronics in capex raggiungeranno i 4 miliardi di dollari, l’80% dei quali destinati a nuovi impianti e fabbricati e il restante 20% all’aggiornamento degli impianti e delle linee produttive esistenti.

In Italia ST è impegnata nel completamento dell’impianto R3 da 300 mm di Agrate Brianza, nel potenziamento delle linee produttive dell’impianto di front-end di Catania e nella costruzione del nuovo stabilimento per la produzione di wafer epitassiali SiC sempre di Catania. Per accelerare il processo di ramp-up del fab R3 di Agrate Brianza, ST ha stretto una partnership con la foundry israeliana Tower Semiconductor di recente acquisita da Intel. ST e Tower stanno condividendo le proprie risorse per accelerarne la produzione in volumi e superare la fase di qualifica, fattore chiave per raggiungere un alto livello di utilizzo degli impianti e, di conseguenza, un elevato rendimento della produzione.

In Francia continua il potenziamento delle linee produttive di Crolles da 300 mm e di Rousset e Tours (GaN) mentre nello stabilimento svedese di Norköping dove vengono prodotti sia wafer SiC da 150 mm (in volumi) che wafer da 200 mm per applicazioni speciali è in corso un ampliamento del sito e degli impianti che porterà ad un incremento significativo dei quantitativi con una produzione in volumi di wafer SiC da 200 mm.

Al di fuori dell’Europa è in corso l’ampiamento dello stabilimento di front-end per dispositivi SiC di Singapore mentre è stato ultimato l’ampliamento dello stabilimento di back-end di Bouskoura, in Marocco.

Per il futuro, STMicroelectronics ha annunciato la costruzione di uno stabilimento in comune con GlobalFoundries del valore di 7,4 miliardi di euro che sorgerà nell’area di Crolles e che recentemente ha ottenuto il via libera dalla Commissione Europea che contribuirà a finanziare il progetto con i fondi del Chips Act Europeo. L’altra iniziativa riguarda la collaborazione, sempre in Francia, con Soiec per la produzione di wafer SiC con la tecnologia SmartSiC.

Non sono da meno gli investimenti di Infineon Technologies che nel 2023 conta di spendere circa 3 miliardi di euro in conto capitale. Poche settimane fa è stato dato il via alla costruzione del nuovo modulo produttivo del sito di Dresda per un investimento complessivo di 5 miliardi di euro, anche questo sostenuto dall’Europa con i fondi del Chips Act.

Attualmente l’azienda è impegnata anche nel potenziamento del valore di 2 miliardi di euro del sito produttivo di Kulim (Malesia) progettato per produrre semiconduttori composti nonché dell’impianto di Villach, in Austria, dove lunedì prossimo Infineon lancerà due importanti progetti di ricerca europei sull’elettronica di potenza e sull’intelligenza artificiale.

L’espansione dei due impianti di Villach e di Kulim consentirà ad Infineon di aumentare di 10 volte la produzione di dispositivi SiC con vendite previste per 1 miliardo di euro nel 2025 e per 3 miliardi nel 2027.

La società punta molto anche sul nitruro di gallio (GaN) che secondo Yole Intelligence dovrebbe crescere con un CAGR del 56% nel periodo 2022-2027. Per questo motivo, Infineon ha acquisito di recente GaN Systems, società canadese leader mondiale nei dispositivi GaN per un corrispettivo di 830 milioni di dollari.

È molto probabile, infine, che Infineon sia uno dei partner del primo impianto – del valore complessivo di 10 miliardi di dollari – che la taiwanese TSMC dovrebbe realizzare in Europa insieme a Bosch e NXP Semiconductors per la produzione di chip per automotive con nodo di processo a 28 nm.

Non sorprende, dunque, che entrambe le società abbiamo confermato per il 2023 – uno degli anni peggiori per l’industria mondiale dei semiconduttori – un incremento del fatturato e degli utili.

Infineon Technologies prevede quest’anno entrate per 16,2 miliardi di euro (± 300 milioni) con un margine lordo del 47% e un margine operativo del 28%. Dopo investimenti per 3 miliardi di euro, il free cash flow dovrebbe risultare compreso tra 1,1 e 1,8 miliardi di euro.
Al cambio di 1,1 USD/EUR, il fatturato dovrebbe risultare di 17,8 miliardi di dollari.

Per quanto riguarda STMicroelectronics, l’azienda prevede vendite comprese tra 17 e 17,8 miliardi di dollari con un margine lordo del 49% e operativo del 28%. Dopo investimenti per 4 milioni di dollari, la società dovrebbe generare un free cash flow di 1,5÷1,7 miliardi di dollari.

Insomma, due bilanci e due strategie molto simili, con la corsa testa a testa che continuerà non solo nei prossimi trimestri ma anche negli anni a venire grazie agli investimenti in corso e a quelli programmati.

Entrambe le aziende, in particolare ST, aspettano il rimbalzo del mercato consumer a partire dalla seconda metà del 2023, stante il fatto che il mercato automotive/industrial continuerà a crescere al ritmo previsto.

È molto probabile, dunque, che entrambe le società entro 2÷3 anni possano raggiungere un fatturato di 20 miliardi di dollari con un margine lordo del 50%; ciò consentirebbe di raddoppiare o triplicare la remunerazione per gli azionisti, attualmente decisamente modesta.

Nel corso del 2022, infatti, STMicroelectronics ha remunerato gli azionisti con dividenti per 212 milioni di dollari e riacquisto di azioni proprie per 346 milioni. Complessivamente 558 milioni di dollari per un rendimento dell’1,37%.

Ancora peggio è andato per gli azionisti di Infineon che nel 2022 hanno ricevuto dividendi per 417 milioni di euro che corrispondono, ai valori attuali di borsa, ad un rendimento dello 0,89%, decisamente modesto.

Gli elevati margini raggiunti negli ultimi anni dalle due società hanno consentito flussi di cassa operativi decisamente interessanti (5÷5,5 miliardi di dollari all’anno) che avrebbero consentito di premiare con maggiore generosità gli azionisti. Entrambe le società hanno preferito tuttavia investire buona parte di questi proventi in maggiore capacità produttiva, nella speranza di garantire una maggior redditività in futuro.

Questa politica è stata premiata dai mercati con un consistente incremento del valore delle azioni dall’inizio dell’anno. Alla chiusura di ieri i titoli delle due società hanno guadagno circa il 27%, un dato perfettamente allineato con quello del PHLX Semiconductor, l’indice di riferimento per il mercato dei semiconduttori.

Andamento nel 2023 dei titoli ST e Infineon nonché del paniere di riferimento PHLX Semiconductor.

Attualmente il titolo più economico è quello di ST con un P/E di 10,0 a fronte di una capitalizzazione di borsa di 40,67 miliardi di dollari e di una quotazione di 45,09 dollari.  Il P/E di Infineon è di 16,88 a fronte di una capitalizzazione di borsa di 46,72 miliardi di euro ed una quotazione di 35,95 euro.
Questi valori vanno confrontati col P/E medio del paniere PHLX Semiconductor che attualmente è superiore a 20.