venerdì, Aprile 26, 2024
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La tecnologia dell’italiana Energy Dome per un impianto di stoccaggio da 20 MW/200 MWh in collaborazione con Ørsted

Lo sviluppo delle rinnovabili va accompagnato con una maggior capacità di stoccaggio di energia per compensare la discontinuità di eolico e fotovoltaico. Energy Dome, che ha messo a punto l’innovativa tecnologia di stoccaggio basata su CO2, annuncia la collaborazione con Ørsted, leader mondiale delle rinnovabili, per esplorare le possibilità di installare uno o più impianti di stoccaggio di energia con la tecnologia “CO2 Battery” della startup italiana.

Dopo l’accordo con A2A per la realizzazione di un impianto in Sardegna, Energy Dome ha annunciato oggi un memorandum d’intesa con Ørsted, leader mondiale nel settore dell’eolico offshore e azienda leader nel settore delle energie rinnovabili, per l’esecuzione di uno studio di fattibilità sulla realizzazione di un impianto di stoccaggio di energia da 20 MW / 200 MWh con la tecnologia delle batterie a CO2 di Energy Dome in uno o più siti di Ørsted.

La partnership mira a sfruttare l’accumulo di energia a lunga durata per fornire energia rinnovabile di base ai clienti finali di Ørsted, attenuando la crescente variabilità di approvvigionamento energetico e fornendo servizi di stabilità della rete. L’accordo prevede un’opzione per lo sviluppo di altri impianti di stoccaggio di energia CO2 Battery, con la possibilità di iniziare la costruzione del primo progetto da 20 MW già nella seconda metà del 2024.

Il progetto di studio di fattibilità con Ørsted, che prevede l’erogazione di energia rinnovabile per periodi di 10 ore o più, è una tappa fondamentale nella roadmap di Energy Dome per lo sviluppo di più impianti commerciali di stoccaggio dell’energia a batterie di CO2. Il primo sito di questo tipo si troverà nell’Europa continentale. Questo traguardo segue il completamento del primo impianto dimostrativo commerciale di Energy Dome in Sardegna, e l’annuncio di un nuovo impianto commerciale utility-scale in – sempre in Sardegna, nell’ambito di una partnership con la società energetica italiana A2A.



Per Ørsted, la sperimentazione del progetto di accumulo energetico CO2 Battery fa parte del piano dell’azienda di fornire una soluzione flessibile e completa che aumenta la disponibilità e l’affidabilità dell’energia verde anche con l’aiuto di un accumulo di energia di lunga durata.

Kieran White, VP Europe Onshore di Ørsted, ha dichiarato: In qualità di azienda incentrata sul rapido sviluppo di soluzioni eoliche, solari, Power-to-X e di altre energie rinnovabili, siamo lieti di collaborare con Energy Dome per valutare come applicare la loro innovativa tecnologia di stoccaggio dell’energia a lunga durata. Riteniamo che la soluzione delle batterie a CO2 sia un’alternativa davvero promettente per lo stoccaggio di energia a lunga durata. Questa tecnologia potrebbe potenzialmente aiutarci a decarbonizzare le reti elettriche in modo tale che l’energia rinnovabile diventi dispacciabile“.

Claudio Spadacini, fondatore e CEO di Energy Dome, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di collaborare con Ørsted, un pioniere dell’energia pulita e l’azienda energetica più sostenibile del mondo. La nostra visione comune mira a distribuire il maggior numero possibile di accumulatori di energia per consentire l’utilizzo del 100% dell’energia rinnovabile sulla rete. Energy Dome si propone di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di Ørsted in materia di energia rinnovabile e di accumulo di energia nel perseguimento della sua espansione in nuovi mercati“. 

L’innovativa tecnologia di accumulo di Energy Dome
Il sistema di accumulo ideato da Energy Dome utilizza la CO2 per lo stoccaggio energetico ed impiega strutture, macchinari e attrezzature di comune impiego, con tecnologie consolidate. La costruzione richiede normali competenze e non vengono impiegati materiali pericolosi né di difficile reperibilità, facilmente riciclabili e riutilizzabili.

Oltre alla semplicità costruttiva, l’aspetto più interessante di questo sistema è il costo, pari a circa 50/60 euro al kWh, inferiore dalle 2 alle 10 volte rispetto ai sistemi che utilizzano batterie elettrochimiche al litio. Queste ultime, tra l’altro, hanno una vita media di 10 anni contro i 30 dell’impianto a CO2 di Energy Dome. Per contro c’è una minore efficienza, la necessità di spazi più ampi e una scarsa scalabilità.

Si tratta di una soluzione ideale per un paese manifatturiero come l’Italia dove potrebbe sorgere rapidamente una importante filiera produttiva basata su questa tecnologia.

Energy Dome sta attualmente sviluppando una pipeline di progetti in Europa, Stati Uniti e altre regioni del mondo.