venerdì, Aprile 26, 2024
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Un’altra trimestrale da incubo per Intel che annuncia tagli alle spese e riduzione di personale

Dopo il forte calo delle vendite (-22%) e l’azzeramento degli utili nel trimestre precedente, il calo di “appena” il 20% delle entrate di Intel nel terzo trimestre dell’anno può essere visto come un segnale positivo di una discesa che ha toccato il punto più basso. Ed è probabilmente così che è stato interpretato dagli investitori che, complice anche l’annuncio di un taglio delle spese (personale compreso) di 10 miliardi di dollari, hanno festeggiato la trimestrale diffusa ieri sera con un aumento del 7% delle quotazioni del titolo nelle contrattazioni del dopoborsa. Quando si dice che per la Borsa contano le “aspettative”, piuttosto che i numeri reali.

Numeri reali che, anche nel terzo trimestre 2022, confermano la forte battuta di arresto del business di Intel.

Nel trimestre che si è chiuso al 30 settembre 2022, la società ha conseguito ricavi per 15,3 miliardi di dollari, in calo del 20% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno e sostanzialmente in linea con i ricavi del secondo trimestre 2022.

I risultati del terzo trimestre includono oneri di ristrutturazione per 664 milioni di dollari, che riflettono le azioni già intraprese di riduzione dei costi che nel 2023 raggiungeranno i 3 miliardi di dollari. L’azienda punta a ridurre i costi da 8 a 10 miliardi negli anni seguenti, sino a raggiungere i nuovi target di efficienza entro il 2025.

Dopo il crollo del trimestre precedente, il margine operativo lordo è risalito dal 36,5% al 46%, consentendo alla società di ottenere un utile netto trimestrale di 1 miliardo di dollari contro i 6,8 miliardi di un anno fa.

Sulla base dell’andamento dei ricavi fin qui conseguiti, la società prevede di chiudere l’anno fiscale con vendite per 63-64 miliardi di dollari, contro i 79 miliardi del 2021. Da questo punto di vista le cose andranno ancora peggio nel 2023 dal momento che il crollo delle vendite è iniziano nel secondo trimestre di quest’anno.

Nonostante il peggioramento delle condizioni economiche, abbiamo ottenuto risultati solidi e fatto progressi significativi nell’esecuzione dei nostri prodotti e processi durante il trimestre“, ha affermato Pat Gelsinger, CEO di Intel. “Per posizionarci al meglio per questo ciclo economico, stiamo affrontando in modo aggressivo i costi e promuovendo l’efficienza in tutta l’azienda, per accelerare sulla visione IDM 2.0 e sul futuro digitale che ci aspetta”.

Mentre introduciamo la prossima fase dello sviluppo IDM 2.0, ci concentriamo sull’adozione di un modello di fonderia interna per consentire ai nostri gruppo di produzione e alle unità aziendali di essere più agili, prendere decisioni migliori per raggiungere una posizione di leadership anche nei costi”, ha affermato David Zinsner, CFO di Intel. “Rimaniamo impegnati nella strategia e nel modello finanziario a lungo termine comunicato durante il nostro Investor Meeting”.

Ricavi per segmento

I ricavi per segmento son ora calcolati secondo i nuovi parametri stabiliti dalla società. Per un confronto uniforme col passato, anche i dati dei periodi precedenti sono stati ricalcolati sulla base dei nuovi parametri.

Le cifre evidenziano un crollo drammatico dei ricavi nelle applicazioni per Data Center causate, più che da un rallentamento degli investimenti nel settore, da una concorrenza che si fa sempre più aggressiva e che Intel non riesce a contrastare sul piano delle prestazioni.

Previsioni future

Le previsioni per il prossimo trimestre e per l’intero anno 2022 evidenziano un andamento del business da fare tremare i polsi, con innovazioni tecnologiche che non sono in grado di competere con la concorrenza, un’attività di fonderia che non decolla, problemi finanziari che costringono l’azienda a cedere (o svendere) importanti asset e a stringere accordi finanziari per poter proseguire nei progetti di espansione recentemente annunciati.

Ed ora, ecco la classica arma per recuperare competitività e racimolare qualche spicciolo per accontentare gli azionisti: migliaia di licenziamenti. Fortunatamente negli Stati Uniti c’è la piena occupazione, con un tasso di disoccupazione mai così basso da decenni. Una fase economica davvero strana, caratterizzata da una elevata inflazione e da una recessione annunciata che però tarda ad arrivare.

Sicuramente per Intel la recessione è già arrivata, come evidenziano anche le previsioni dell’azienda:

Nel dopo borsa, dopo la diffusione della trimestrale, il titolo Intel ha guadagnato circa il 7%, reazione che si spiega sia con il recupero di un po’ di redditività, sia col fatto che le azioni avevano perso la metà del proprio valore dall’inizio dell’anno.