venerdì, Maggio 3, 2024
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Non entusiasmano i risultati del terzo trimestre 2021 di Intel diffusi ieri

Dopo la presentazione dei risultati, il titolo Intel ha perso nelle contrattazioni after-hours oltre l’8%.

Intel ha diffuso ieri sera i risultati finanziari relativi al terzo trimestre 2021 che evidenziano vendite per 19,2 miliardi di dollari, in calo rispetto al trimestre precedente (19,7 miliardi) anche se in leggero aumento (5%) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (18,3 miliardi). In crescita, invece, l’utile netto che ha raggiunto nel trimestre i 6,8 miliardi grazie ad un recupero del margine lordo salito al 56%.

Le vendite rettificate, escludendo i ricavi dalle operazioni di memoria che Intel sta vendendo alla sudcoreana SK Hynix, sono state di 18,1 miliardi di dollari, al di sotto della previsione degli analisti di 18,2 miliardi di dollari.

Per il trimestre in corso Intel prevede vendite per 19,2 miliardi di dollari con un fatturato che a fine anno dovrebbe raggiungere i 77,7 miliardi di dollari.

La società ha affermato che la forte domanda di processori del periodo non è stata pienamente soddisfatta a causa dei ritardi della catena di approvvigionamento che ha colpito i propri clienti che per questa ragione hanno dovuto rallentare gli ordini. Lo stesso motivo addotto da Micron – durante la presentazione della propria trimestrale – per giustificare un possibile calo di vendite nell’ultimo periodo dell’anno.

A questo proposito, il CEO di Intel ha affermato di ritenere che la carenza globale di chip potrebbe durare fino al 2023, anche se Intel stessa non sembra avere problemi di approvvigionamento; la carenza riguarda soprattutto i chip di alimentazione e i componenti Ethernet.

Anche il giro di vite della Cina sui giochi per computer ha rallentato le vendite di processori.

La maggior parte dei gruppi di prodotto hanno messo a segno una significativa crescita; fanno eccezione il Client Computing Group e il loro Non-Volatile Memory Solutions Group, che Intel sta vendendo a SK Hynix.

Il Client Computing Group, il più importante per Intel, ha fatto registrare vendite nel trimestre per 9,7 miliardi, in calo del 2% rispetto al terzo trimestre del 2020. Scomponendo ulteriormente questo segmento, si nota come le vendite di prodotti legati a quello che Intel definisce piattaforma (ovvero i processori) siano lievemente aumentati; quelli che sono calati in maniera significativa (da 1,1 miliardi a 700 milioni) sono i componenti “Adjacencies”, ovvero i prodotti di comunicazione wireless e i modem, attività che Intel sta dismettendo.

Continua, invece, il momento favorevole per il settore Data Center Group, spinto dalla ripresa delle attività aziendali. Le entrate di DCG sono cresciute del 10% in un anno, in parte dovute ai maggiori volumi e in parte sorrette da un aumento dei prezzi di vendita. Anche in questo caso, non sono stati forniti confronti col trimestre durante il quale Intela aveva realizzato vendite per 6,5 miliardi. L’incremento trimestre su trimestre risulta dunque piatto.

Per quanto riguarda gli altri gruppi di prodotto, il terzo trimestre conferma il forte recupero del settore Internet of Things Group (IOTG) cresciuto del 54% su base annua mentre il gruppo Mobileye (MBLY) è cresciuto del 39%. Entrambi beneficiano della ripresa della produzione industriale e del mercato automobilistico.
Cresce anche del 16% anno su anno il fatturato del Non-Volatile Memory Solutions Group (PSG), anche se le vendite sono in calo rispetto al trimestre precedente, da 486 a 478 milioni di dollari per la precisione.

Segnaliamo, infine, la notizia dei primi ricavi dell’attività di Intel Foundry Services (IFS) a fronte della spedizione dei primi chip fabbricati per conto terzi. Questa attività fa parte della strategia IDM 2.0 recentemente annunciata da Intel, unitamente ad una roadmap particolarmente aggressiva che dovrebbe portare alla produzione di chip 20A (2 nm) entro il 2024.