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News semiconduttori e mercati del 26 febbraio 2021

AMERICA & GLOBAL

Non riesce, venerdì 26 febbraio 2021, il rimbalzo delle borse americane dopo le perdite di giovedì, con il solo Nasdaq che chiude in terreno positivo limitando la perdita settimanale al 4,9%, in ogni caso la peggiore performance dal mese di ottobre dello scorso anno.

A poco è servito il leggero calo dei rendimenti obbligazionari di giornata (il Treasury a 10 anni è sceso dall’1,513% di giovedì all’1,459 di venerdì) il cui andamento è alla base degli scossoni di borsa di questa settimana. Gli investitori temono un aumento dell’inflazione e dei tassi di remunerazione dei titoli pubblici che limiterebbe il flusso di denaro verso il mercato azionario.

A fine giornata il Dow Jones chiude a quota 30.932,37 punti in calo dell’1,50%, l’S&P 500 arretra dello 0,48% a quota 3.811,15 punti e il Nasdaq Composite guadagna lo 0,56% a quota 13.192,35 punti.

Il modesto rimbalzo dei tecnologici è guidato da Microsoft che guadagna l’1,48%; Facebook sale l’1,15%, Apple avanza dello 0,22% e Alphabet guadagna dello 0,30%.

Continua a perdere, seppure di poco, Tesla, che arretra dello 0,99% a quota 675,50 dollari.

Continua, invece, la sua corsa solitaria Twitter, che anche ieri ha guadagnato il 3,31%, che porta al 44% l’incremento del titolo dall’inizio dell’anno. Rispetto al punto più basso della borsa del marzo 2020, Twitter ha guadagnato oltre il 250%.

Non particolarmente entusiasmante il recupero dell’indice PHLX Semiconductor (SOX) che guadagna il 2,28% a quota 3.067,62 punti dopo aver perso giovedì il 5,80%.

Tra i titoli che crescono di più da segnalare Cree (+7,84%), ON Semiconductor (+6,70%) e Micron (+3.87%).

Tra le azioni di maggior “peso”, Intel guadagna lo 0,63%, NVIDIA sale del 3,06%, Qualcomm avanza dello 0,49% e Texas Instruments guadagna l’1,02%.
 

ASIA

Tutte pesantemente negative le borse asiatiche sulla scia della chiusura negativa di Wall Street di giovedì. Ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, del ruolo centrale degli Stati Uniti nell’economia globale.

In Cina, l’indice Shanghai Composite perde il 2,12% mentre l’Hang Seng di Hong Kong arretra del 3,64%. Anche in questo caso, a guidare i ribassi sono i titoli tecnologici con Alibaba che perde il 4,52% e Xiaomi che arretra del 5,77%.

In Corea il KOSPI perde il 2,80% a quota 3.012,95%, con le principali aziende tecnologiche e dei semiconduttori che perdono dai 3 ai 5 punti percentuali; la peggiore è SK hynix che lascia sul terreno il 4,71%.

Molto simile è l’andamento della borsa di Taiwan il cui indice principale, il Taiex perde il 3,03%. TSMC arretra del 4,57% e MediaTek perde il 5,08%.

Molto pesante l’arretramento della borsa giapponese col Nikkei225 che perde il 3,99%. Arretrano ancora di più le quotazioni delle aziende dei semiconduttori: Tokyo Electron perde il 4.70%, Murata arretra del 5,20% e Renesas scende del 4,65%.

Per la borsa giapponese è il più grande calo percentuale dall’aprile 2020; in una sola giornata si sono dimezzati i guadagni dell’intero mese di febbraio.
 

EUROPA

Anche i mercati del vecchio continente temono il ritorno dell’inflazione e chiudono in calo; pesa anche la diffusione delle varianti del virus che stanno causando un forte aumento dei nuovi casi con la chiusura di aree sempre più vaste.

A Milano l’FTSE MIB perde lo 0,93% a quota 22.848,58 punti.

Generalmente negativi i titoli dell’industria dei semiconduttori con la sola eccezione di Infineon Technologies che guadagna il 2,31% a quota 35,95 euro.

A Milano perde l’1,11% STMicroelectronics; in calo anche ASML (-1,45%) e ams (-1,20%).

In serata alla borsa di New York il titolo NXP Semiconductors aveva guadagnato il 2,26%.