
Al di là delle cifre, investitori, dipendenti e sindacati si aspettano che l’azienda faccia chiarezza sugli annunciati tagli ai costi e sulle iniziative industriali in corso, in particolare su quelle italiane.
Solitamente, quando presentiamo i dati di bilancio delle aziende che operano nel settore dei semiconduttori e le previsioni sull’evoluzione del loro business, ci atteniamo ai numeri forniti dalle aziende stesse e dagli analisti delle società di investimento.
Tuttavia, nel caso di STMicroelectronics, non possiamo ignorare altri aspetti, poiché ST è la prima azienda tecnologica nazionale ed è fortemente radicata nel nostro Paese, con più di 12.000 dipendenti e un valore della produzione che lo scorso anno ha raggiunto in Italia i 2,7 miliardi di euro.
In questa fase di profondi cambiamenti negli equilibri geopolitici mondiali, che coinvolgono anche l’industria globale dei semiconduttori e che l’elezione di Donald Trump ha accelerato, qualsiasi variazione della strategia aziendale potrebbe avere pesanti ripercussioni sull’economia del nostro Paese e sul livello occupazionale.
Per quanto riguarda STMicroelectronics, questi cambiamenti sono sotto gli occhi di tutti: l’azienda ha annunciato recentemente nuove iniziative produttive, ma ha evitato di chiarire il destino di quelle già esistenti.
La scarsa trasparenza nelle comunicazioni non lascia presagire nulla di buono, né in termini di occupazione né per quanto riguarda le strategie industriali.
Se durante il recente Capital Market Day l’attenzione è stata posta sulla strategia China-for-China e sulle partnership con Sanan e Hua Hong, nulla è stato detto, ad esempio, sulla collaborazione con l’israeliana Tower per quanto riguarda lo stabilimento R3 di Agrate, né sulle reali conseguenze che lo spostamento dell’interesse verso la Cina avrà sugli stabilimenti italiani e francesi, in termini di investimenti e occupazione.
Particolarmente grave è anche il silenzio dell’azienda sull’accordo con GlobalFoundries per la costruzione di una nuova fabbrica in Francia, con un investimento complessivo di 7,5 miliardi di euro. A diverse settimane dall’indiscrezione di Bloomberg che riferiva dell’annullamento del progetto, nessun comunicato ufficiale è arrivato da ST, mentre GF ha ufficiosamente confermato la sospensione dell’iniziativa.
È evidente che l’azienda sta attraversando un momento di grande difficoltà, ma la mancanza di trasparenza non aiuta; oltretutto, almeno nei confronti degli azionisti, la trasparenza è prevista dalle normative in vigore. Non si può certo affermare che l’annullamento di un investimento così rilevante come quello tra ST e GF non costituisca un’informazione significativa da comunicare agli azionisti e alle autorità di controllo. A maggior ragione per un’azienda a partecipazione pubblica.
I numeri
Le previsioni della società indicano un valore intermedio di 3,32 miliardi di dollari per i ricavi del quarto trimestre 2024 e di 13,27 miliardi di dollari per l’intero anno. La guidance prevede un margine lordo del 38%, con un impatto negativo di circa 400 punti base dovuto agli oneri derivanti dal sottoutilizzo della capacità produttiva.
Le stime di Bloomberg indicano ricavi per 3,3 miliardi di dollari, in diminuzione del 23% su base annua, ma in aumento dell’1,5% su base sequenziale. In particolare, i ricavi del gruppo APMS (Analog, Power & Discrete, MEMS and Sensors) sono previsti a quota 1,98 miliardi di dollari, mentre quelli del gruppo MDRF (Microcontrollers, Digital ICs and RF products) dovrebbero attestarsi a 1,29 miliardi di dollari.
Il margine lordo è previsto al 38%, mentre l’EBIT è atteso a 338 milioni di dollari, in calo del 67% rispetto all’anno precedente e dell’11% rispetto al terzo trimestre.
Tra le aziende che operano nello stesso settore, nel 2024 STMicroelectronics è stata quella maggiormente penalizzata dai mercati:
- ST -46,3%
- Infineon Technologies -22,5%
- Renesas -19,8%
- Onsemi -24,5%
- NXP -9,5%
C’è però chi ha ottenuto guadagni:
- Texas Instruments +10%
- Analog Devices +7%
Probabilmente, domani i conti evidenzieranno un leggero miglioramento rispetto alle previsioni, grazie agli ordini anticipati dal primo trimestre del 2025, a scapito tuttavia delle performance dei trimestri successivi.
La trimestrale e i conti di fine anno rilasciati pochi giorni fa da Texas Instruments non sono incoraggianti per le aziende che operano nel settore analog/embedded e che hanno come target principale i mercati industrial e automotive. Mentre quest’ultimo sembra avviato verso una leggera ripresa, il mercato industrial fatica ancora a intravedere segnali di miglioramento.
Per ST, alcune difficoltà potrebbero arrivare da importanti clienti come Tesla e Apple, nonché dalla concorrenza di aziende come onsemi, Infineon, TI e NXP, oltre che dalle sempre più numerose e competitive aziende cinesi.
ST potrebbe però beneficiare di nuove opportunità di mercato, come quello delle board AI, che richiedono moduli di potenza sempre più efficienti e compatti.
Per tutti questi motivi, è improbabile che il 2025 rappresenti un anno di ripresa per l’azienda. Dopo le previsioni errate per il 2024, che ipotizzavano una ripresa nel secondo semestre ma che si è invece trasformato in un anno di “transizione” con un calo del fatturato del 23% rispetto al 2023, nel 2025 STMicroelectronics faticherà a mantenere i livelli del 2024.
Inoltre, resta l’incognita della svolta “cinese” dell’azienda, che potrebbe incontrare una forte opposizione politica e sindacale in Italia e Francia.
Aspettiamo, dunque, domattina per conoscere i numeri e le comunicazioni ufficiali dell’azienda.
Da parte nostra, ci auguriamo che STMicroelectronics faccia finalmente chiarezza sulle ricadute occupazionali in Italia e Francia a seguito della nuova strategia China-for-China, sul nuovo fab di Crolles, sul completamento dell’impianto R3 di Agrate e sul ruolo di Tower all’interno dello stesso.
Sarebbe inoltre interessante avere aggiornamenti sullo stato di avanzamento dei lavori delle due nuove iniziative di Catania relative alla tecnologia SiC.