mercoledì, Giugno 25, 2025
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Il CEO di STMicroelectronics annuncia altri 2.200 esuberi e il titolo vola in Borsa (+11%)

STMicroelectronics: 5.000 esuberi

Secondo Jean-Marc Chéry saranno in totale 5.000 le persone che lasceranno l’azienda nei prossimi tre anni, mentre continuano a circolare le voci di una divisione di ST in due società.

Nel bene e nel male, STMicroelectronics continua ad essere al centro dell’attenzione. Oggi la società è tornata agli onori della cronaca finanziaria per l’incredibile balzo del titolo in Borsa: a fine seduta a Milano, le azioni hanno chiuso con un guadagno dell’11,25%, a quota 24,93 euro, dopo aver superato nel corso della giornata i 25 euro, registrando il maggiore guadagno giornaliero da fine marzo 2020.

Effetto dei colloqui di ieri tra il presidente francese Emmanuel Macron e la nostra Giorgia Meloni?
Macché: i mercati finanziari si sono scaldati per l’annuncio fatto dal Presidente e CEO di ST, Jean-Marc Chéry, in merito alla necessità di nuovi esuberi per migliorare i conti della società.

Parlando a Parigi, durante un evento organizzato da BNP Paribas, Chéry ha dichiarato che la società prevede che circa 5.000 dipendenti lasceranno l’azienda nei prossimi tre anni, precisando che si tratterà in ogni caso di dimissioni volontarie e di un rallentamento del turn-over. La cifra rappresenta circa il 10% della forza lavoro globale di ST, che nel nostro Paese dà lavoro a oltre 12.000 persone. L’amministratore delegato ha anche parlato di positive previsioni di crescita del mercato di riferimento nei prossimi trimestri.

Non sappiamo quale delle due dichiarazioni sia stata maggiormente apprezzata dai mercati.

Chéry ha aggiunto che le discussioni con le parti interessate e le autorità in merito all’attuazione del programma di riduzione dei costi procedono come previsto, segnalando che in alcuni Paesi questo programma potrebbe subire dei ritardi: “Penso che in un Paese l’attuazione sarà più difficile e molto probabilmente dovremo rallentare le procedure”, riferendosi all’Italia, dove i sindacati sono già scesi sul piede di guerra e dove anche la politica ha attaccato duramente l’attuale gruppo dirigente a trazione francese.

Da parte italiana si imputano a Chéry scelte strategiche sbagliate (come il piano China-for-China) e previsioni del tutto sballate, come quella di un fatturato di 20 miliardi di dollari entro il 2025-2027. In realtà, ST chiuderà il 2025 con un fatturato compreso tra 11 e 11,5 miliardi di dollari, molto lontano dai 17,3 miliardi del 2023 e dai 13,3 miliardi del 2024. Anche gli utili sono in picchiata.



Dopo l’annuncio, lo scorso novembre, del piano di riduzione dei costi e dei 2.800 esuberi a livello globale, per l’Italia si era parlato inizialmente di 800 esuberi, poi di 1.200 e più recentemente di circa 1.000, tutti ascrivibili al sito produttivo lombardo di Agrate Brianza.

Le nuove dichiarazione di Chéry hanno messo in allarme i sindacati, fortemente preoccupati anche per un’indiscrezione che da giorni circola tra gli addetti ai lavori e che è stata ripresa oggi dal quotidiano La Stampa. La voce riguarda l’ipotesi di una divisione di STMicroelectronics in due società, con quella italiana che si concentrerebbe sui prodotti per automotive e sui chip di potenza, mentre quella francesea si focalizzerebbe sul digitale. Questa scissione è ritenuta poco probabile dagli addetti ai lavori e dagli analisti ed è stata smentita questa sera da fonti del Mef e del Mimit, che hanno definito l’ipotesi priva di fondamento.

Nonostante questa smentita, le segreterie nazionali di Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Uglm-Usb, a nome del Coordinamento Nazionale, hanno richiesto con urgenza ai ministri del Mimit, Adolfo Urso, e del Mef, Giancarlo Giorgetti, la convocazione del tavolo ministeriale per dare seguito all’incontro del 10 aprile scorso e discutere del piano di riorganizzazione presentato da ST.

“Oggi 4 giugno le segreterie nazionali di Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Uglm-Usb, a nome del Coordinamento Nazionale, hanno richiesto con urgenza ai Ministri del Mimit Urso e del Mef Giorgetti anche  rispetto alle preoccupanti notizie di stampa di oggi su un ipotesi di divisione  della società tra Italia e Francia, la convocazione del tavolo ministeriale per dare seguito all’incontro del 10 aprile scorso e discutere del piano di riorganizzazione presentato da ST al “Capital Market Day” del 20 novembre 2024. L’incontro con i due ministri è urgente. Non è accettabile la dichiarazione fatta dall’azienda nell’audizione avuta in Regione Lombardia, di un esubero di circa 1.200 dipendenti su Agrate a fronte del completamento dell’investimento sui 12 pollici. Così come è inaccettabile che il confronto sul piano industriale non sia iniziato. Gli investimenti, sostenuti anche con risorse pubbliche, sono necessari e urgenti e dovranno avvenire senza però alcuna riduzione di personale. Prioritario discutere di investimenti nella ricerca, nuovi prodotti e processi. Necessario avere conferme sui tempi di sviluppo degli investimenti a Catania, ottenere certezze sul mantenimento occupazionale e industriale ad Agrate e in tutti i siti italiani. Per come ad oggi ci è stato illustrato, questo piano per noi è inaccettabile. Chiediamo che il confronto inizi subito e che il governo si assuma le sue responsabilità”, si legge in una nota diffusa questa sera dai sindacati.