giovedì, Novembre 7, 2024
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Un blackout elettrico blocca LFoundry, l’unica fonderia a contratto presente in Italia

La corrente è mancata per circa un’ora provocando il blocco della produzione e l’evacuazione dello stabilimento per motivi di sicurezza. Si valutano i danni mentre si cerca di fare ripartire la produzione.

Un blackout ad un impianto per la produzione di semiconduttori non è un evento di poco conto, sia per quanto concerne la sicurezza dei lavoratori a causa dei gas e delle sostanze pericolose utilizzate nei processi, sia per quanto riguarda la ripresa dell’attività. Il repentino blocco degli impianti dove si svolgono sofisticati processi chimico-fisici di solito danneggia i wafer in lavorazione e richiede una decontaminazione delle macchine utilizzate nei processi più sofisticati. Anche gli ambienti di lavoro, in particolare le clean room, vanno controllate con attenzione.

Il blackout alla sede di Avezzano (AQ) di LFoundry è avvenuto alle 9:30 di lunedì 27 dicembre ed è durato circa un’ora; tutti gli addetti al lavoro in quel momento (circa 750 persone su un totale di 1.300 dipendenti circa) hanno abbandonato lo stabilimento e si sono riuniti nelle aree esterne, secondo il piano di sicurezza previsto per questo tipo di incidenti.

Non è chiaro cosa abbia provocato l’interruzione della fornitura di elettricità da parte dell’ENEL né perché il sistema di cogenerazione di cui dispone la fabbrica non sia entrato in funzione. Il blackout è durato circa un’ora.

I lavoratori sono rientrati dopo circa due ore e mezza mentre quelli del turno del pomeriggio sono stati rimandati a casa dal momento che gli impianti erano ancora fermi.

In fabbrica sono rimasti solamente gli addetti alla manutenzione che stanno verificando i danni e che dovranno cercare di fare ripartire gli impianti. Al momento non è ancora noto quando la fabbrica potrà tornare alla piena operatività né l’entità dei danni che in ogni caso sarà di parecchi milioni di euro. LFoundry fattura infatti circa 200 milioni di euro all’anno e ogni giorno di mancata produzione può avere significative ripercussioni sul conto economico dell’azienda. Si temono anche ricadute negative sui livelli occupazionali. Attualmente LFoundry produce circa 40.000 wafer da 8” al mese.

A parte STMicroelectronics, LFoundry è l’unica azienda presente sul territorio nazionale in grado di produrre semiconduttori; al contrario di ST che progetta e fabbrica i propri chip, LFoundry è una fonderia a contratto che fabbrica i chip progettati da altre aziende mettendo a disposizione i propri nodi di processo, le librerie e le proprie IP (Intellectual Properties).

Dopo un passato travagliato, l’azienda è oggi posseduta dalla cinese Wuxi Xichanweixin Semiconductor; LFoundry produce prevalentemente sensori d’immagine CMOS (CIS) per l’azienda statunitense ONSEMI, il suo principale cliente.

A proposito dell’incidente di ieri, in una nota diffusa dalla RSU si legge: “Non si è fatto male nessuno, per fortuna, e questa è la cosa più importante.

L’ultima volta è accaduto a luglio 2020, per ben due volte nel giro di pochi giorni, ma prima di allora era successo 3 volte in 30 anni di attività della fabbrica…

Questo nuovo evento di blackout totale alla LFoundry fa riflettere molto sulla politica di gestione della nuova proprietà e su come gli eventi esterni alle strategie di mercato possano determinare assetti e cambiare equilibri.

Richiamando una citazione del nostro AD in una sua recentissima, quasi sibillina, comunicazione ai dipendenti, vorremmo che si riflettesse seriamente sulla opportunità di mantenere l’impianto di cogenerazione, investendo su di esso e rendendolo una ricchezza piuttosto che considerarlo un peso”.