giovedì, Marzo 28, 2024
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Tutti alla corte di TSMC per reclamare una fetta più consistente di capacità produttiva

Man mano che la roadmap tecnologica e produttiva di TSMC si fa più precisa, emergono anche i dettagli degli accordi che la fonderia taiwanese sta stringendo con i principali clienti, vecchi e nuovi.

L’unica cosa certa è che anche nei prossimi anni Apple continuerà ad essere il principale cliente di TSMC con una quota pari a circa un quarto del fatturato della foundry taiwanese; inoltre, al produttore di iPhone saranno destinati, prima di altri, i nodi di processo più avanzati. Per il resto, la bagarre si fa sempre più aspra, con le principali aziende di semiconduttori che cercano di accaparrarsi maggiori quote produttive, specie di quelle relative alle tecnologie più avanzate. Le trattative si sono ulteriormente complicate con l’entrata a gamba tesa di Intel che ha chiesto (e, secondo fonti autorevoli, ottenuto), una quota decisamente superiore al passato di capacità produttiva, relativa in particolare ai nodi a 3 e 4 nm. A complicare le cose, sembra anche che alcuni clienti di Samsung Foundry, insoddisfatte della qualità della fonderia sudcoreana, stiano spostando gli ordini verso TSMC.

Proprio in questi giorni, Bloomberg e Digitimes hanno diffuso i dati relativi ai primi 10 clienti di TSMC nel 2021:

Apple è la principale fonte di entrate per TSMC con quasi il 26% del fatturato complessivo; seguono MediaTek (5,80%), AMD (4,39%), Qualcomm (3,90%), Broadcom (3,77%), Nvidia (2,83%), Sony (2,54%), Marvell (1,39%), STM (1,38%) e ADI (1,06%). Intel si colloca solamente all’undicesimo posto con una quota dello 0,84%.

Tenendo conto che il fatturato di TSMC è stato nel 2021 di circa 56 miliardi di dollari, è facile calcolare quanto ciascuna di queste società ha speso presso la foundry taiwanese; STMicroelectronics, ad esempio, ha contribuito al fatturato di TSMC con oltre 770 milioni di dollari.

Durante la sua recente visita a Taiwan, Pat Gelsinger, CEO di Intel, avrebbe chiesto ai dirigenti di TSMC di riservare alla sua azienda una consistente capacità produttiva del processo a 3 nm (che entrerà in mass-production nella seconda parte del 2022), in una collaborazione che dovrebbe prolungarsi almeno fino al 2025 quando TSMC renderà disponibile la tecnologia a 2 nm.

Se le voci che circolano fossero confermate dai fatti, Intel potrebbe diventare rapidamente il terzo cliente più importante di TSMC.

Da parte sua, Intel potrebbe recuperare rapidamente (almeno a livello produttivo) il terreno perso nei confronti di AMD e NVIDIA, e tentare di rintuzzare l’attacco portato da Apple nel settore dei desktop con i suoi Silicon M1 e, a breve, M2 e M3.

Sempre Digitimes riferisce che Intel prevede di sfruttare il nodo a 3 nm per le sue schede grafiche Arc “Celestial” di terza generazione (oltre ai chiplet iGPU dei processori Core di 14^ e 15^ generazione).

In attesa di poter sfruttare il nodo a 3 nm, probabilmente Intel utilizzerà per alcuni suoi prodotti il nodo N4 (4 nm), un’ottimizzazione del processo a 5 nm.

Oltre a Intel, anche Apple adotterà il processo N4 nel 2022 per la sua prossima generazione di processori Bionic e M2, processo che viene attualmente utilizzato solamente da MediaTek per il suo Dimensity 9000. Tutti gli altri clienti di TSMC, inclusi AMD, Qualcomm, e NVIDIA, si affideranno al nodo a 5 nm fino alla fine del 2023/inizio 2024. Per soddisfare i clienti, TSMC prevede di introdurre una variante avanzata del suo nodo a 3 nm “N3E”, in attesa di perfezionare il suo processo GAA a 2 nm.