martedì, Dicembre 30, 2025

NVIDIA: riprendono le forniture di chip H200 alla Cina, ma Pechino frena sulla “tassa Trump”

NVIDIA: riprendono le forniture di chip H200 alla Cina

Frutto dello storico incontro di Busan tra Donald Trump e Xi Jinping, NVIDIA si appresta a rifornire le Big Tech cinesi con il potente chip AI H200. Nonostante l’apertura di Washington, Pechino non ha ancora autorizzato formalmente gli acquisti, valutando una strategia di “matching” tra tecnologia americana e processori domestici, mentre gli Stati Uniti si preparano a incassare una commissione federale del 25% su ogni vendita.

L’accordo che permette a NVIDIA di tornare sul mercato cinese non è un evento isolato, ma il pilastro del cosiddetto “Busan Framework” siglato a fine ottobre 2025. In quell’occasione, Trump e Xi Jinping hanno concordato una tregua pragmatica: gli Stati Uniti allentano l’embargo sui semiconduttori avanzati della generazione Hopper, mentre la Cina sospende per un anno le restrizioni all’esportazione di terre rare, vitali per l’industria automobilistica e aerospaziale americana.

Questo “do ut des” permette a NVIDIA di bypassare i rigidi vincoli dell’era Biden, che avevano costretto l’azienda a produrre chip depotenziati (come l’H20) giudicati “inutili” dai clienti cinesi. In cambio della licenza di esportazione, l’amministrazione Trump ha imposto una commissione del 25% sul valore delle vendite, una sorta di “tassa di sovranità” che andrà direttamente a rimpinguare le casse federali per sostenere la manifattura negli Stati Uniti.



H200: Un salto prestazionale di sei volte rispetto ai chip “castrati”

Il ritorno dell’H200 rappresenta una svolta tecnologica per aziende come Alibaba, Tencent e ByteDance. Secondo le analisi tecniche dell’Institute for Progress, l’H200 garantisce una potenza di calcolo per l’AI quasi sei volte superiore rispetto all’H20, il chip “limitato” finora legale per l’export in Cina.

Questa potenza è considerata critica per lo sviluppo di modelli linguistici di nuova generazione (come i futuri aggiornamenti di DeepSeek), che oggi soffrono di un cronico deficit di capacità computazionale. NVIDIA prevede di spedire una prima tranche di 40.000-80.000 unità (pari a circa 5.000-10.000 moduli) entro metà febbraio 2026, attingendo dalle scorte esistenti prima di espandere la produzione nel secondo trimestre dell’anno.



L’incognita di Pechino: il “Matching” obbligatorio con Huawei

Nonostante il semaforo verde di Washington, Pechino sta mostrando una cautela inaspettata. Funzionari del governo cinese hanno tenuto riunioni d’emergenza con i vertici tecnologici nazionali per discutere una condizione restrittiva: l’obbligo per le aziende cinesi di abbinare ogni acquisto di chip NVIDIA a una quota equivalente di chip AI domestici (come i chip Ascend di Huawei o le soluzioni di Cambricon).

Questa politica mira a due obiettivi:

  1. Evitare la dipendenza totale: Impedire che le Big Tech abbandonino lo sviluppo dell’ecosistema hardware nazionale ora che i chip americani sono di nuovo disponibili.
  2. Sussidio indiretto: Utilizzare l’enorme budget di acquisto per i chip NVIDIA per finanziare indirettamente la ricerca e la scalabilità dei produttori di chip cinesi.

[Image showing a comparison chart between NVIDIA H200 and Chinese domestic AI chips like Huawei Ascend 910C]

Tariffe e scadenze: la “Spada di Damocle” del 2027

Il contesto normativo rimane fluido. Mentre la commissione del 25% è operativa da subito, l’USTR (Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti) ha recentemente confermato che l’indagine ai sensi della Sezione 301 manterrà l’aliquota tariffaria aggiuntiva allo 0% per i chip autorizzati, ma solo fino al 23 giugno 2027.

Dopo tale data, i dazi sui semiconduttori cinesi potrebbero subire un’impennata drammatica, sommandosi all’attuale dazio del 50% già in vigore dal 1° gennaio 2025. Per NVIDIA e i suoi clienti cinesi, si apre dunque una finestra di circa 18 mesi di relativa stabilità per accumulare potenza di calcolo, prima che il confronto geopolitico possa inasprirsi nuovamente.

L’impatto sui ricavi di NVIDIA

La ripresa delle forniture del chip H200 in Cina rappresenta una boccata d’ossigeno finanziaria enorme per NVIDIA, ma introduce anche variabili contabili inedite (come la commissione del 25%) che gli analisti stanno monitorando con attenzione. In ogni caso, la notizia della riapertura del mercato cinese ha già provocato un’impennata delle azioni di NVIDIA che ha guadagnato il 5% circa.



L’invio delle prime 40.000-80.000 unità entro febbraio 2026 avrà un forte impatto sul fatturato dei primi tre mesi del 2026.

  • Valore stimato: Considerando un prezzo di mercato per l’H200 che oscilla tra i 25.000 e i 30.000 dollari, la sola tranche iniziale potrebbe generare tra 1 e 2,4 miliardi di dollari di ricavi extra.
  • Domanda repressa: Le Big Tech cinesi (Alibaba, Baidu, Tencent) hanno accumulato enormi riserve di liquidità non potendo acquistare chip avanzati nel 2025. Ci si aspetta un “effetto rimbalzo” con ordini massicci che potrebbero saturare la capacità produttiva allocata per la regione Asia-Pacific.

L’elemento più complesso da gestire è la commissione federale del 25%.

Chi paga? Se NVIDIA riuscirà a ribaltare l’intero costo sui clienti cinesi (estremamente probabile data la scarsità di alternative), i suoi margini lordi rimarranno stabili o addirittura cresceranno, poiché l’H200 è un prodotto già ottimizzato (architettura Hopper) dal punto di vista produttivo.

Inoltre, spedire scorte esistenti di H200 è estremamente profittevole. Mentre il resto del mondo si sposta su Blackwell, svuotare i magazzini di chip Hopper in Cina permette a NVIDIA di monetizzare asset che altrimenti avrebbero perso valore rapidamente.

Difesa della quota di mercato contro Huawei e gli altri competitor cinesi

Dal punto di vista strategico-finanziario, la riapertura serve a proteggere il valore del brand nel lungo periodo.

  • Arresto della transizione: se il bando fosse continuato, le aziende cinesi avrebbero investito miliardi per ottimizzare i loro software su chip Huawei (Ascend). Tornando a fornire H200, NVIDIA “incatena” nuovamente gli sviluppatori cinesi all’ecosistema CUDA, rendendo molto più difficile e costoso per i competitor locali erodere la quota di mercato di NVIDIA in futuro.
  • Il limite del “Matching”: se Pechino imporrà l’acquisto di un chip nazionale per ogni H200, la velocità di adozione potrebbe essere leggermente più lenta, ma non fermerà la crescita del fatturato di NVIDIA, data la superiorità prestazionale del prodotto americano.