domenica, Novembre 23, 2025

Nexperia: il governo olandese fa retromarcia ma la risoluzione della crisi è ancora lontana

Crisi Nexperia

Il governo olandese ha comunicato ieri di aver revocato il provvedimento nei confronti del produttore di semiconduttori Nexperia. La decisione arriva dopo “incontri costruttivi” con le autorità cinesi e potrebbe porre fine a una controversia che minaccia la filiera globale dei chip per il settore automobilistico.

La durezza della risposta cinese e gli allarmi provenienti da molti produttori globali di automobili sembrano aver fatto breccia nel governo olandese, che ieri ha dichiarato di aver sospeso le sue precedenti iniziative nei confronti del produttore di chip Nexperia, dopo una serie di colloqui definiti “costruttivi” con le autorità cinesi.

“Consideriamo questa una dimostrazione di buona volontà”, ha affermato il ministro dell’Economia olandese, Vincent Karremans, in un post pubblicato su X.

In una comunicazione al Parlamento, il ministro ha inoltre dichiarato che Pechino sembra ora consentire a Nexperia China di esportare i chip non solo in Cina, ma anche verso aziende europee e di altri Paesi, aggiungendo che “questo è un passo importante”.
In realtà, non è affatto scontato che questa mossa porti a una rapida e positiva risoluzione della questione.

La vicenda Nexperia risale agli inizi di ottobre, quando L’Aja è intervenuta direttamente nella governance del produttore di chip – con quartier generale a Nimega, nei Paesi Bassi, ma controllato dal gruppo cinese Wingtech – invocando poteri straordinari per motivi di sicurezza economica e tecnologica. Il governo si è attribuito la facoltà di bloccare o annullare decisioni societarie ritenute dannose per l’interesse nazionale o europeo, senza tuttavia interrompere la produzione. Un tribunale ha inoltre sospeso alcuni esponenti cinesi dal board e disposto la nomina di un amministratore indipendente con voto decisivo.

L’iniziativa olandese ha provocato una reazione durissima da parte di Pechino, che ha paralizzato temporaneamente l’export dei chip prodotti da Nexperia China, dove avviene il test e il packaging di molti prodotti del gruppo.

È in questo contesto che è arrivata la decisione del governo olandese, che di fatto torna sui propri passi, cedendo alla reazione cinese e alle pressioni delle case automobilistiche.



L’allarme dei costruttori auto

Probabilmente il governo olandese non si aspettava una reazione così forte da parte della Cina e non aveva del tutto considerato quanto la filiera produttiva di Nexperia fosse dipendente dagli stabilimenti cinesi. Una posizione di forza che ha evidenziato il ruolo fondamentale della Cina in molte catene globali di approvvigionamento, in particolare in quella dei semiconduttori. Solo poche settimane fa Pechino aveva imposto restrizioni all’esportazione di terre rare, di cui detiene un quasi monopolio, mettendo in difficoltà aziende in molti Paesi.

Nel caso di Nexperia, il blocco o il rallentamento delle forniture di chip imposto da Pechino avrebbe potuto generare serie interruzioni nella produzione automobilistica mondiale. Secondo il ministro Karremans, la revoca dell’ordinanza è stata motivata dai “recenti sviluppi” e dai colloqui con le autorità cinesi, oltre al fatto che la Cina ha temporaneamente rimosso alcune restrizioni all’export dei chip Nexperia. Il gesto di L’Aja è stato definito “una dimostrazione di buona volontà”, ma il ministro ha precisato che la facoltà di intervenire nuovamente resta pienamente valida in caso di nuovi rischi per la catena tecnologica europea. La revoca appare dunque come una scelta pragmatica, finalizzata a evitare danni immediati alla supply chain europea.

Tuttavia, la controversia interna tra la sede olandese di Nexperia e l’unità cinese – con accuse reciproche su stock, pagamenti e divergenze gestionali – non è affatto risolta, mantenendo un significativo livello di incertezza.



Scenari futuri

Nonostante l’annullamento della precedente decisione del governo olandese, diverse questioni restano aperte. La disputa sulla governance di Nexperia e le tensioni fra la struttura europea e quella cinese continuano a pesare sulla stabilità delle forniture; inoltre, la possibilità di nuovi interventi da parte di governi europei rimane concreta.

L’episodio rafforza l’idea che l’industria dei semiconduttori – e in particolare quella legata al settore automobilistico sia sempre più un terreno di confronto geopolitico, in cui controlli su proprietà, tecnologie e flussi produttivi diventano cruciali.

Per Nexperia, il ritorno sotto il controllo cinese apre la strada a una normalizzazione delle forniture e delle relazioni con i clienti europei, ma sarà fondamentale garantire trasparenza, buona governance e sicurezza tecnologica per evitare future crisi.



Sullo sfondo, le restrizioni alla vendita di impianti ASML alla Cina

Secondo alcuni osservatori, la durezza della reazione cinese sarebbe legata anche alle restrizioni imposte dai Paesi Bassi alla vendite in Cina delle apparecchiature per la produzione di chip dell’olandese ASML, unica azienda al mondo in grado di produrre sistemi litografici EUV.

Nella corsa di Pechino all’indipendenza tecnologica nel campo dei semiconduttori, la litografia avanzata rappresenta infatti un ostacolo insuperabile nel breve e medio periodo.

Attualmente le aziende cinesi sono in grado produrre sistemi litografici per chip “maturi” (90 nm e oltre), mentre i primi sistemi a 28 nm sono in fase di prototipazione e test. Per tutto il resto, il Paese dipende dai sistemi DUV occidentali prodotti da ASML, Nikon e Canon, mentre non ha accesso ai sistemi EUV di ASML, necessari per produrre chip sotto i 5 nm, utilizzati negli smartphone premium, nei PC più performanti e, soprattutto, nei processori per l’intelligenza artificiale.

Inoltre, i chip a 5 e 7 nm prodotti mediante litografia DUV richiedono più passaggi, costano di più e sono soggetti a rese inferiori.

Recentemente, oltre a confermare lo stop alla vendita di sistemi EUV, i Paesi Bassi hanno imposto restrizioni anche agli impianti DUV più avanzati, che – grazie alla maggiore produttività – permettono alle fonderie cinesi, in particolare SMIC, di migliorare le rese su nodi più spinti.

È probabile che la durezza con cui la Cina ha reagito all’ingerenza olandese nella governance di Nexperia sia legata anche al forte risentimento per le restrizioni di ASML.

D’altra parte, ASML e il governo olandese hanno le mani legate: molte tecnologie utilizzate nei sistemi EUV e DUV è statunitense, e le pressioni di Washington restano determinanti.

Le restrizioni in questo campo sembrano inoltre funzionare come previsto, anche alla luce della complessità tecnica delle macchine e delle loro filiere.

Le reazioni di Wingtech

In serata, Wingtech Technology ha rilasciato una risposta formale alla dichiarazione rilasciata da Karremans esprimendo preoccupazione per la sospensione dell’ordinanza amministrativa da parte del Ministero dell’Economia olandese mentra ha ringraziato calorosamente il Ministero del Commercio cinese per i suoi enormi sforzi nel promuovere le consultazioni sino-olandesi e nel cercare una soluzione. Wingtech ritiene che la dichiarazione del Ministero dell’Economia olandese sia “un primo passo verso una soluzione adeguata” e sottolinea che questa mossa dimostra di per sé “l’illegalità e l’inappropriatezza” del suo precedente ordine amministrativo.

Nella dichiarazione, Wingtech Technology ha sottolineato esplicitamente che, nonostante l’ordine esecutivo sia stato sospeso, la sentenza di emergenza del Tribunale delle Imprese della Corte d’Appello di Amsterdam, che ha privato Wingtech del suo legittimo controllo su Nexperia, rimane valida. La società ha osservato che “le restrizioni e le violazioni dei legittimi diritti e interessi degli azionisti e del personale cinesi sono ancora in corso”. Wingtech ritiene che le attuali azioni del Ministero degli Affari Economici olandese eludano la questione centrale: l’errata sentenza emessa dal Tribunale delle Imprese, con il suo profondo coinvolgimento e la sua influenza.