sabato, Maggio 18, 2024
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Nanya Technology investirà 10 miliardi di dollari per una nuova fabbrica di DRAM

Nanya Technology, il più importante produttore di memorie di Taiwan, ha presentato il progetto di un nuovo avanzato stabilimento per la produzione di DRAM che sorgerà nell’area di New Taipei. La società investirà in questa iniziativa 300 miliardi di dollari di Taiwan, l’equivalente di oltre 10 miliardi di dollari USA.

Il progetto consentirà di mitigare l’attuale carenza di chip di memoria, in particolare di memorie DRAM utilizzate nell’elettronica consumer, nei PC, nell’industria automobilistica e nei server.

Un recente report di TrendForce ha rilevato come l’attuale penuria di memorie DRAM produrrà un aumento dei prezzi nel secondo trimestre 2021 compreso tra il 18 e il 23% rispetto al trimestre precedente, in crescita rispetto alle precedenti previsioni.

L’impianto produrrà chip DRAM con tecnologie di processo da 10 nm, sfruttando la litografia ultravioletta estrema (EUV) e avrà una capacità mensile di circa 45.000 wafer da 12 pollici.

L’iniziativa creerà 2.000 nuovi posti di lavoro ad alta tecnologia supportando ulteriori opportunità di lavoro indiretto per migliaia di persone. L’azienda prevede di iniziare i lavori di costruzione entro la fine di quest’anno e di completare l’impianto entro la fine del 2023 con una produzione in volumi nel 2024.

Nanya è il quarto produttore mondiale di DRAM dopo Samsung, SK Hynix e Micron.

La memoria DRAM è diventata una componente fondamentale per l’attuale mondo connesso. In risposta alla crescita del mercato dei dispositivi di memoria, l’investimento di Nanya Technology in un impianto avanzato di semiconduttori migliorerà la competitività internazionale della società e riaffermerà la leadership nazionale nelle memorie DRAM.

Apprezziamo l’aiuto offerto dalla città di New Taipei e l’assistenza fornita dalle agenzie del governo centrale come l’Ufficio per lo sviluppo industriale, il Ministero degli affari economici (MOEA) e il Dipartimento dei servizi di investimento, MOEA. Nanya ha operato senza problemi con dati finanziari solidi ed elevata redditività per molti anni. Ha raggiunto uno sviluppo indipendente nella tecnologia DRAM e investirà ulteriormente in ricerca e sviluppo, coltivando nuovi talenti in un contesto di sostenibilità”, ha affermato il Chairman di Nanya Technology, Chia-Chau Wu.

Nanya Technology si dedica alla progettazione di DRAM da oltre 25 anni e possiede più di 4.600 brevetti. Negli ultimi anni, Nanya ha sfruttato la potenza dell’intelligenza artificiale (AI) per accelerare lo sviluppo della tecnologia di processo a 10nm. Nel 2020, abbiamo sviluppato con successo la tecnologia core cell per il processo DRAM di classe 10nm, che consente di offrire prodotti DRAM DDR5, LPDDR5 ad alta capacità, fino a 16 Gb”, ha affermato il Dr. Pei-Ing Lee, presidente di Nanya Technology.

La dedizione dell’azienda alle aree ESG (Environment, Social, and Governance) ha portato a numerosi premi e riconoscimenti rimarcando il percorso verso lo sviluppo sostenibile.

L’annuncio arriva mentre i produttori globali di chip stanno cercando in tutti i modi di espandere la capacità di produzione per affrontare il peggioramento della fornitura globale di chip che, dall’industria automobilistica, si è estesa all’elettronica di consumo e ai PC.

Il mese scorso un’altra foundry taiwanese, Powerchip Semiconductor Manufacturing Corporation (PSMC), ha inaugurato il cantiere di un nuovo stabilimento per la produzione di chip nel Tongluo Science Park, nell’area di Miaoli; l’impianto, che costerà 278 miliardi di NT$ (quasi 10 miliardi di dollari USA) avrà una capacità mensile di 100.000 wafer da 12 pollici ed entrerà in funzione alla fine del 2023. L’investimento creerà più di 3.000 nuovi posti di lavoro e realizzerà a regime vendite per oltre 2 miliardi di dollari. Il nuovo impianto produrrà semiconduttori sia con processi avanzati che con processi già maturi.

Da parte sua Taiwan Semiconductor Manufacturing Co., il più grande produttore di chip a contratto al mondo, ha recentemente confermato che investirà 100 miliardi di dollari nei prossimi tre anni per espandere la propria capacità produttiva, compreso un nuovo stabilimento da 12 miliardi di dollari in Arizona.

Questi fatti rappresentano una risposta concreta di Taiwan alle sollecitazioni dell’amministrazione Biden per uno sforzo comune per incrementare la produzione di chip. La carenza di semiconduttori sta infatti minacciando la fragile ripresa economica mondiale del periodo post-pandemico, in particolare nel settore dell’industria automobilistica.

Questo sforzo di Taiwan sembra essere stato apprezzato dall’amministrazione USA che, in una dichiarazione congiunta rilasciata dopo un incontro tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro giapponese Yoshihide Suga, ha ribadito “l’importanza della pace e della stabilità attraverso lo stretto di Taiwan” incoraggiando “la risoluzione pacifica delle questioni attraverso lo stretto“. L’ultima volta che Taiwan fu menzionata in una dichiarazione dei leader americani e giapponesi fu nel 1969, quando si incontrarono il presidente Richard Nixon e il primo ministro Eisaku Sato. Un sostegno sempre più stretto, politico e militare, all’autonomia di Taiwan da parte degli USA e dei suoi alleati nei confronti delle rivendicazioni della Cina che da sempre considera l’isola parte integrante del proprio territorio.

Tornando alla carenza di chip, sia gli Stati Uniti che la Cina stanno mettendo la questione al centro delle rispettive agende: gli USA per cercare di risolvere le carenze di semiconduttori che sta danneggiando l’industria automobilistica, la Cina per cercare di raggiungere l’autosufficienza in un settore strategico per il paese.

Recentemente il presidente Biden ha promosso un incontro con i responsabili delle principali aziende di semiconduttori e con i costruttori automobilistici per cercare di trovare una soluzione al problema. L’amministrazione americana sta anche valutando lo stanziamento di 50 miliardi di dollari per promuovere la capacità produttiva nazionale e riconquistare, almeno parzialmente, la leadership anche nella produzione di chip, oltre che nella progettazione.

La Cina, che attualmente importa oltre 300 miliardi di semiconduttori e ha una capacità produttiva limitata, ha posto l’autosufficienza in questo settore al centro del piano quinquennale approvato alla fine dello scorso anno.

Nel campo delle memorie DRAM, l’azienda cinese più importante è ChangXin Semiconductor Technologies, con sede a Heifei nella provincia di Anhui. L’azienda, che ha oltre 3.000 addetti, il 70% dei quali impegnato nella ricerca e sviluppo, ha recentemente investito oltre 2,5 miliardi di dollari in nuovi impianti e conta di riuscire a produrre 40.000 wafer da 12 pollici al mese.

Yangtze Memory Technologies, con sede a Wuhan, è invece specializzata in NAND e conta di raggiungere una produzione di 60.000 wafer da 12 pollici al mese.