Aggiornamento e approfondimento sullo stato della vertenza, dopo l’accordo dell’anno scorso tra sindacati ed azienda sul ricorso al Contratto di solidarietà per evitare i licenziamenti.
Nell’ambito delle attività di accompagnamento e gestione della situazione aziendale del produttore di semiconduttori LFoundry, si è tenuto ieri al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un incontro tra il sottosegretario di Stato con delega alle crisi d’impresa, Fausta Bergamotto, e i vertici aziendali finalizzato a un aggiornamento e a un approfondimento dello stato della vertenza. All’incontro, che si è tenuto a Palazzo Piacentini, erano presenti anche le strutture tecniche del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Nel corso del confronto interlocutorio, Fausta Bergamotto ha confermato a nome del Mimit la propria disponibilità a supportare l’azienda nelle azioni di rilancio del sito di Avezzano, in stretto raccordo con tutte le parti coinvolte.
La crisi di LFoundry, operante come fonderia di semiconduttori – ovvero produttrice di chip per conto terzi – si è acuita con la fine del contratto con onsemi, prevista per il 31 dicembre 2024. LFoundry produceva per onsemi sensori di immagine, e il mancato rinnovo di gran parte di queste commesse ha lasciato l’azienda con un vuoto difficilmente colmabile.
Nonostante alcuni parziali rinnovi da parte di onsemi, gli sforzi per attrarre nuovi clienti e diversificare la produzione verso altre tipologie di chip, come quelli di potenza, non sono riusciti a compensare la perdita degli ordini principali.
In passato, i sindacati hanno più volte segnalato il rischio di un calo delle commesse e lamentato il basso livello degli investimenti, oltre alla scarsa trasparenza dell’azienda sulle strategie future.
Alla fine dell’anno scorso, le difficoltà erano emerse con forza: l’azienda aveva comunicato l’intenzione di ridurre i costi attraverso il licenziamento di 134 lavoratori interinali, il demansionamento di altri 80 dipendenti, interventi sui superminimi e altri tagli.
Grazie alla mobilitazione dei lavoratori e all’intensa attività negoziale, era stato raggiunto un accordo che prevede l’introduzione di un contratto di solidarietà della durata di 24 mesi, con una riduzione dell’orario di lavoro del 30% su base mensile.
L’accordo, che è entrato in vigore il 1° gennaio 2025, riguarda 1.072 dei 1.272 lavoratori dello stabilimento. Restano esclusi dal regime di solidarietà 59 addetti alla ricerca e sviluppo, 120 supervisori, 21 professionisti indispensabili per le attività aziendali e 134 lavoratori interinali, che saranno soggetti a variazioni di orario gestite attraverso ammortizzatori sociali differenti.
Tra i punti chiave dell’intesa figura l’impegno dell’azienda a ricollocare internamente il personale dell’help desk, tenendo conto delle competenze specifiche di ciascun dipendente.
L’accordo include anche un impegno formale per sviluppare un piano di formazione del personale, con il supporto delle istituzioni e l’utilizzo degli strumenti legislativi e normativi disponibili. Questo piano è finalizzato sia all’aggiornamento professionale dei lavoratori che alla compensazione economica del reddito perso a causa della riduzione dell’orario tramite l’ammortizzatore sociale.
Recentemente i sindacati hanno lamentato ritardi nell’attuazione dei piani di formazione, una consistente riduzione delle attività produttive e il ricorso all’uso massiccio delle ferie.
Durante l’incontro al Ministero è stato deciso di convocare un nuovo tavolo in plenaria con tutte le rappresentanze dei lavoratori, non appena sarà concluso il percorso di elezione delle nuove RSU aziendali.