venerdì, Ottobre 10, 2025
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Tempesta su Intel: Trump chiede la testa del CEO Lip-Bu Tan

Trump chiede le dimissioni di Lip‑Bu Tan

L’accusa è di essere in conflitto di interesse per i suoi legami con l’industria cinese dei semiconduttori.

In un annuncio clamoroso arrivato nella giornata di ieri agosto, l’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha esortato pubblicamente il nuovo CEO di Intel, Lip‑Bu Tan, a presentare le proprie dimissioni con effetto immediato, citando presunti conflitti di interesse legati ai suoi legami con aziende cinesi del settore dei semiconduttori.

Il post e le ragioni alla base della richiesta

Su Truth Social, Trump ha scritto: “The CEO of INTEL is highly CONFLICTED and must resign, immediately. There is no other solution to this problem.” Le sue parole arrivano dopo che il Senatore repubblicano Tom Cotton ha inviato una lettera al consiglio di amministrazione di Intel, sollevando domande sui rapporti finanziari e professionali di Tan con società cinesi, alcune delle quali sarebbero collegate all’apparato militare cinese.

Investimenti e passato controverso

Secondo fonti Reuters, tra il 2012 e il 2024 Tan – in prima persona o tramite i suoi fondi di venture capital (in particolare Walden International) – avrebbe investito almeno 200 milioni di dollari in centinaia di aziende cinesi operanti nel settore dei semiconduttori e della produzione avanzata, alcune con legami presunti con l’esercito cinese. Il suo passato come dirigente di Cadence Design Systems, azienda che ha recentemente patteggiato una condanna per aver violato le norme americane sulle esportazioni vendendo tecnologia militare alla Cina, ha amplificato le preoccupazioni.



Le reazioni del mercato e di Intel

La reazione dei mercati è stata immediata: le azioni Intel hanno ceduto tra il 3% e il 5% nel corso della giornata. Intel ha prontamente respinto le accuse, affermando che sia l’azienda sia Tan sono “profondamente impegnati per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e l’integrità del nostro ruolo nell’ecosistema della difesa”.

Tensioni interne e prospettive future

La vicenda rivela profonde tensioni nella leadership di Intel. Mentre Tan sembra intenzionato a mantener e rafforzare la produzione interna negli Stati Uniti, alcuni membri del board – come il presidente Yeary – avrebbero sostenuto l’idea di separare il ramo foundry, magari vendendolo a un colosso come TSMC. Inoltre, il piano di rilancio guidato da Tan, che include tagli al personale, tagli agli investimenti in nuovi stabilimenti e focus sull’AI, ora si trova sotto i riflettori anche per motivi politici.

La richiesta di dimissioni da parte di Trump non rappresenta solo una crisi personale per Tan, ma un momento di riflessione critica per Intel e per l’intera strategia americana nel campo dei semiconduttori. In un contesto geopolitico sempre più teso, con sussidi statali, competitor globali e questioni di sicurezza nazionale, il futuro di Intel dipende ora non solo dalla sua competitività tecnologica, ma anche dalla sua capacità di navigare tra politica, fiducia degli investitori e governance interna.