domenica, Maggio 5, 2024
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Mentre l’Italia attende ancora le decisioni di Intel, Broadcom sceglie la Spagna per un impianto di back-end di semiconduttori

Il presidente di Broadcom, Charlie Kawwas (a sinistra), insieme a Pedro Sánchez, ieri al Moncloa Palace.

Broadcom, il quinto più importante produttore di semiconduttori al mondo, ha annunciato ieri di aver scelto la Spagna per espandere la propria capacità produttiva di chip; parte del costo del nuovo impianto verrà finanziato attraverso il PERTE Chip, il piano da 12,5 miliardi di euro in 5 anni che il governo spagnolo ha varato a sostegno dell’industria nazionale dei semiconduttori.

L’annuncio è stato fatto con un tweet dal Presidente di Broadcom Charlie Kawwas dopo l’incontro al Palazzo Moncloa col primo ministro spagnolo Pedro Sánchez.

Sono entusiasta di annunciare la nostra decisione di investire nell’ecosistema dei semiconduttori spagnolo, nell’ambito del programma di sostegno dell’industria dei semiconduttori PERTE Chip e del Chips Act europeo. Grazie a Pedro Sánchez per il suo supporto e la decisione di costruire una catena di valore globale più resiliente dei semiconduttori“, ha dichiarato Charlie Kawwas dopo l’incontro.

Non sono noti i dettagli del nuovo progetto ma secondo le prime indiscrezioni si tratterebbe di “strutture di semiconduttori back-end su larga scala, uniche in Europa” per un investimento complessivo di quasi un miliardo di euro.

Attualmente il governo spagnolo è in trattative con Cisco per la realizzazione di un centro di ricerca e sviluppo di semiconduttori nell’area di Barcellona.

L’annuncio odierno è l’ultimo di una serie di accordi tra diversi paesi dell’Unione Europea e i più importanti costruttori di semiconduttori globali attirati nel Vecchio Continente dai contributi pubblici varati da Bruxelles: nei prossimi anni l’European Chips Act distribuirà circa 43 miliardi di euro di sussidi a fondo perduto con lo scopo di aumentare la produzione europea di chip e rafforzare la supply-chain.

Alcune settimane fa Intel aveva trovato l’accordo con la Germania per la costruzione di due mega impianti nella zona di Magdeburgo per un investimento complessivo di 30 miliardi, con un contributo da parte del governo tedesco di 10 miliardi. Pochi giorni prima, la stessa Intel aveva annunciato un impianto di back-end in Polonia per un investimento di 4,6 miliardi di dollari.

Tra le altre iniziative più importanti, quella di STMicroelectronics e di GlobalFoundries che costruiranno insieme un nuovo impianto di front-end in Francia del valore di 7,5 miliardi di euro, parte dei quali (2,9 miliardi) garantiti dal governo francese.

Al momento, nel nostro paese l’unico nuovo impianto di una certa importanza che potrà contare sui contribuiti pubblici del Chips Act è quello di STMicroelectronics di Catania che produrrà wafer epitassiali SiC da 150 mm. Questo progetto vale 730 milioni di euro (con circa 300 milioni di contributi pubblici): ben poca cosa rispetto a quanto stanno investendo gli altri paesi europei ai quali, adesso, si è aggiunta anche la Spagna che non vanta certo una tradizione come quella italiana nel campo dei semiconduttori. Eppure, il PERTE Chips spagnolo prevede 12,5 miliardi di euro a sostegno dell’industria nazionale dei semiconduttori, 9,5 dei quali destinati alla costruzione di nuovi impianti produttivi.