
Da dieci anni, Polifab offre attrezzature e processi tecnologici avanzati per un’ampia gamma di applicazioni, tra cui le cinque tecnologie abilitanti chiave individuate dalla Commissione Europea: fotonica, micro e nanoelettronica, biotecnologie, materiali avanzati e nanotecnologie.
All’interno del Politecnico di Milano, dieci anni fa nasceva Polifab, il grande laboratorio destinato a supportare e potenziare le attività di ricerca dei gruppi accademici e fungere da centro di aggregazione per le collaborazioni tra università e industria, fornendo strumenti e know-how ad alta tecnologia per applicazioni industriali.
Oggi, celebriamo un decennio di vita di Polifab con un percorso caratterizzato da continui investimenti, partnership strategiche e un ruolo sempre più centrale nell’ecosistema dell’innovazione tecnologica italiana.
Le radici
Polifab è parte della strategia del Politecnico per rafforzare le sue infrastrutture di micro- e nanoelettronica, estendendo l’offerta oltre i laboratori dipartimentali. L’idea di creare un’officina condivisa – in grado di ospitare strumentazioni avanzate, cleanroom, processi integrati e competenze interdisciplinari – è stata sostenuta fin dall’inizio da figure chiave dell’università.
Nel corso degli anni Polifab ha coinvolto cinque dipartimenti del Politecnico: Fisica; Elettronica, Informazione e Bioingegneria; Ingegneria Civile e Ambientale; Ingegneria Meccanica; Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica.
Il laboratorio è concepito come un’infrastruttura aperta, accessibile a studenti, docenti, ricercatori, startup e aziende esterne.
Nel 2025 Polifab ha festeggiato ufficialmente il decimo anniversario con un evento presso il campus Leonardo, alla presenza di autorità universitarie, aziende e startup, durante il quale sono state presentate prospettive future e piani di sviluppo, incluso il trasferimento verso il nuovo Innovation Hub di Bovisa.
Infrastruttura, attrezzature e capacità
Polifab dispone di una cleanroom con classi ISO 6 e 8, con superficie di oltre 600 mq, che può ospitare wafer fino a 200 mm e supporta una vasta gamma di processi: litografia, deposizione, incisione, caratterizzazione e back end.
Negli ultimi anni, grazie anche alla collaborazione con STMicroelectronics, è stata ampliata la cleanroom con ulteriori 210 m² per accogliere nuovi strumenti e progetti congiunti in MEMS, power electronics, microcontrollo e isolamento galvanico.
L’espansione infrastrutturale è stata formalizzata nel 2021, quando Politecnico e ST hanno inaugurato l’ampliamento e l’installazione di attrezzature avanzate fornite da ST per rafforzare le attività R&D congiunte.
Le collaborazioni con STMicroelectronics: motore di innovazione
La collaborazione tra Polifab e STMicroelectronics è tra i pilastri del successo del laboratorio. Il rapporto ufficiale documenta una partnership scientifica iniziata già dal 2016, con firme successive di accordi quadro e joint research in ambito MEMS, sensori avanzati e materiali per l’elettronica.
Nel 2021 è stato formalizzato il centro di ricerca congiunto STEAM (Sensor sysTEms with Advanced Materials), focalizzato su tecnologie per sensori avanzati, materiali abilitanti e integrazione MEMS, con un contributo diretto di ST anche in termini di infrastrutture e strumenti.
Durante le celebrazioni del decimo anno, Laura Castoldi di ST ha evidenziato il ruolo di Polifab come “lab-near-fab” verso i propri stabilimenti MEMS ad Agrate, sottolineando la vicinanza fisica e funzionale con la produzione industriale.
Questa sinergia ha consentito il trasferimento tecnologico più rapido: ST ha utilizzato infrastrutture Polifab per progetti pilota e prototipazione, beneficiando di competenze universitarie e processi sperimentali che non potevano essere attivati direttamente in fab.
Impatti, risultati e numeri
In dieci anni, Polifab ha attratto centinaia di utenti: nel 2024 più di 160 dottorandi, ricercatori e personale esterno (aziende, startup) hanno avuto accesso alle sue risorse. Oltre venti aziende collaborano regolarmente con il laboratorio.
La collaborazione accademia-industria ha generato non solo pubblicazioni e tesi, ma anche progetti che hanno portato a prototipi, brevetti e tecnologie trasferite all’industria.
Uno degli esempi emblematici è il progetto TMOS, sviluppato con ST, riguardante sensori a infrarossi con strati antiriflettenti ottimizzati grazie a processi sperimentali. In questo caso, Polifab ha lavorato su wafer provenienti da linee di produzione industriali, intervenendo e reinserendo i wafer nella filiera produttiva: un caso concreto di ricerca che esce dal laboratorio ed entra nell’industria.
Sfide e prospettive per i prossimi 10 anni
Il futuro di Polifab passerà attraverso il trasferimento verso il nuovo Innovation Hub di Bovisa, che raddoppierà la sua dimensione e lo renderà la cleanroom universitaria più grande d’Italia.
La capacità di reggere il confronto internazionale richiederà continui aggiornamenti strumentali, processi compatibili con l’industria, e un flusso costante di progetti finanziati pubblicamente e privati. La sfida sarà mantenere l’equilibrio tra ricerca esplorativa e applicazioni industriali concrete.
Inoltre, l’integrazione con l’ecosistema milanese – aziende, startup, centri R&D – sarà cruciale per generare impatti reali: Polifab dovrà continuare a fungere da ponte tra ricerca e mercato, catalizzando investimenti e talenti.
Nel panorama europeo della micro- e nanoelettronica, Polifab rappresenta una realtà pionieristica italiana: un laboratorio che non solo supporta la ricerca ma crea infrastrutture, competenze e collaborazioni che possono contribuire al rilancio della sovranità tecnologica nazionale.